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Cercano di fermare i barconi stracolmi di disperati, ma il maggior numero di stranieri viene dai paesi europei del nord est. A frontiere aperte, arrivano in auto o in roulotte, spesso dalla Romania.

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ll sindaco di Londra Boris Johnson, convinto conservatore, afferma che una sanatoria per gli immigrati illegali porterebbe "giustizia sociale", ma anche un "tornaconto economico". Ha lanciato quindi, nel 2008, un appello perché si analizzi scientificamente la situazione. Johnson ha ricordato gli effetti delle sanatorie spagnole, ha parlato di maggiori introiti fiscali e di come gli immigrati “irregolari” siano spinti più facilmente verso la criminalità. Ha inoltre definito "un vero problema per questa città" il fatto che questi invisibili non possano accedere legalmente al mercato del lavoro. L’idea del sindaco è di mettere in regola i "bravi cittadini" che sono nel Regno Unito da più di cinque anni, quelli che hanno un’adeguata padronanza dell’inglese e la fedina penale pulita.

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Foto di Eugenio Viceconte
(Tutte le foto di questo dossier, salvo dove indicato diversamente, non raffigurano gli intervistati)


Basterebbe ripercorrere la storia di Monza e analizzare le situazioni passate per capire che gli stessi residenti "doc", quelli nativi del luogo, sono ormai diventati una minoranza. Infatti, su 121.280 residenti totali alla fine 2008 in Città, solo 45.385  sono quelli che a Monza sono anche nati, cioè solo il 37 % circa del totale (fonte Ufficio Statistica di Monza). Né questo fatto ha comportato svantaggi per la città, anzi. Come dire: “a Monza, siamo quasi tutti stranieri”

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Ma quali sono le previsioni che formulano i demografi per la nostra società? Si stima che nel 2050 il futuro dell’Italia non sia realisticamente immaginabile senza gli immigrati. A metà secolo, stima uno studio dell’Istat del 2008, confermato da un dossier di “Caritas Migrantes”, gli stranieri nel nostro paese, al netto di quelli che diventeranno cittadini italiani, saranno circa 8,9 milioni nella ipotesi più bassa, 10,7 milioni in una prospettiva scenario intermedio e 12,4 milioni in quella più alta, con un’incidenza tra il 16% e il 18% sui residenti totali.

Oggi gli stranieri in Italia sono più di 3,4 milioni, con una percentuale sulla popolazione residente che si avvicina al 6% del totale, pur distinguendo tra il  7- 8% del nord e del centro e il 2% del sud e isole. La Lombardia supera di poco l’8%. La Provincia di Milano si attesta intorno all’ 8,8%; Monza è al 7,7% e nella nuova Provincia della Brianza al 5,7%. Si constata che la presenza di stranieri è più alta là dove il reddito pro capite è più elevato e le possibilità di lavoro sono maggiori. Il dato è un po’ sottostimato perché a quelli regolari si deve aggiungere una percentuale del 15% di immigrati irregolari, che porta la cifra  nazionale da 3,4 a 3,9 milioni, sui circa 60 milioni di italiani.

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Come riporta un interessante studio del 2009 sulla Brianza (circa 800.000 abitanti) redatto dall’Ufficio Statistica del Comune di Monza, la nazionalità straniera più numerosa nella nuova Provincia è quella romena, che è aumentata in un solo anno di 3.130 unità passando così a 6.973 unità. In seconda posizione c’è il Marocco con 5.399 residenti (il 12,1% di quella totale straniera). In terza posizione,  gli albanesi  con 4.727 persone, cioè il 5,8% degli stranieri totali. Un po’ diversa la situazione a Monza, città che vede al primo posto sempre i romeni, al secondo gli albanesi, ma al terzo gli ecuadoregni e al quarto i peruviani.

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Ci sono comunque aspetti positivi in questi fenomeni migratori. In un lungo servizio del “Il Sole 24 ore” del 27 maggio 2009, si evidenzia che sono circa 300 mila i piccoli imprenditori immigrati presenti in Italia. Il dato emerge, insieme ad altri, in uno studio dedicato alla presenza degli stranieri stessi nel tessuto produttivo italiano. Dall’analisi si evincono dati come il numero delle badanti ha superato quello dei dipendenti della sanità pubblica (700 mila contro 682 mila), o quello degli stranieri maggiorenni che ha quasi raggiungono la totalità dei dipendenti statali (circa 3,6 mln). Ma il dato che evidenzia maggiormente la multi etnicità della società italiana è rappresentato dal PIL del Paese prodotto ormai per il 9,7% dal lavoro dei soli immigrati regolari. (Fonte “Il Sole 24 Ore )

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Fin qui le cifre.  Dopo, comincia la realtà. Una realtà che parla, certo, di problemi legati ala criminalità, con gli stranieri che dovrebbero avere un tasso più alto di delinquenza, soprattutto gli irregolari. Ma a ben guardare, anche  in questo caso i numeri raccontano un'altra verità. Nel dossier statistico redatto nel 2008 della Caritas, si evidenzia che le denunce presentate contro cittadini stranieri sono 130.000 su 550.000 e rappresentano quindi solo poco più del 20% di quelle totali.    

Come noto, alla lunga gli  atteggiamenti estremistici non funzionano ed anzi, sono peggio del male che intendono curare, per usare  un’espressione trita. Compito di tutti dovrebbe essere a giudizio di chi scrive quello di cercare di capire il fenomeno e di essere ben informati, cercando di non  alimentare paure e tensioni sociali che provocano diffidenza la violenza. Non è instaurando un clima di odio e terrore che si governano, anche politicamente, i fenomeni migratori, né tantomeno alimentando gli istinti e gli egoismi più irrazionali. E’ vero semmai esattamente il contrario. Come è ben noto, tutte le dittature dai tratti razzisti o xenofobi , quelle “a tolleranza zero”, sono state alla fine capovolte, spesso dopo aver provocato danni di vaste proporzioni. La storia dovrebbe pur sempre insegnarci qualcosa…

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.