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Da mesi a Monza è in corso il Gran Premio del Cartello. L'anno scorso la Giunta Mariani decise di far togliere i cartelli "Città per la pace" che l'Amministrazione precedente aveva fatto aggiungere a quelli che riportano il nome della città ai suoi ingressi. Ancora oggi c'è qualcuno che pazientemente incolla degli adesivi per ripristinare la frase pacifista e puntualmente qualcun altro si fa carico di strapparli o coprirli con quelli tondi della Lega con l'effigie di Alberto da Giussano. I simboli della pace sembra proprio che non siano graditi agli amministratori del Carroccio, da Verona giunge notizia che neppure le bandiere iridate sono consentite...

Bandiere della pace vietate a Verona

L'assessore leghista Vittorio di Dio vieta ai missionari di esporre la bandiera arcobaleno durante la Carovana della pace. «Perché parliamo di temi scomodi per l'amministrazione: solidarietà, migrazioni, accoglienza», rispondo i missionari.

Una manifestazione pacifista si può fare solo se non si sventola la bandiera la pace: è quello che l’amministrazione comunale di Verona ha deciso per la «Carovana missionaria della pace», l’iniziativa dei missionari italiani, la quinta dal 2000, che da oggi, 25 settembre, toccherà una ventina di città italiane, da Nord a Sud, per chiudersi a Roma il 5 ottobre.
La giunta di Verona, dopo mesi di tergiversamenti per la concessione degli spazi alla manifestazione, nei giorni scorsi ha dato l’autorizzazione, a patto che non venisse esposta la bandiera della pace. «Simbolo dell’estrema sinistra potrebbe turbare la sensibilità di chi non si riconosce in determinati partiti» ha motivato Vittorio di Dio, l’assessore leghista all’edilizia e al turismo. «Una scusa come un’altra per impedirci di svolgere la nostra manifestazione» ha commentato padre Cavallin, missionario comboniano oggi a Verona per una conferenza stampa sulla vicenda. «La nostra non voleva essere assolutamente una manifestazione di protesta – ha spiegato Cavallin – ma di noi hanno avuto paura. Avremmo concentrato l’attenzione su temi poco cari alle amministrazioni leghiste: l’immigrazione, l’accoglienza, la solidarietà».
Negli ultimi tre mesi infatti, l’autorizzazione alla manifestazione pacificista, a Verona, aveva conosciuto vie tortuose e difficili, molto più di quelle che la Carovana missionaria ha incontrato nel resto suo viaggio da Nord a Sud. «Pretendevano precisazioni di ogni tipo, al limite dell’assurdo – spiega Padre Cavallin – Don Pizzoli, uno degli organizzatori della manifestazione, aveva comunque fatto sapere tutto, nei minimi dettagli».
Finalmente, dopo tre mesi, il 17 settembre, l’assessore Vittorio di Dio ha fatto sapere che Piazza Bra e una sala pubblica del Palazzo della Gran Guardia sarebbero state concesse ai missionari. «A patto che- così si leggeva nella lettera inviata agli organizzatori- si ometta qualsivoglia riferimento partitico e si espongano unicamente bandiere istituzionali». Fra questi riferimenti partitici, per l’amministrazione leghista, c’è anche la bandiera della pace.
Don Pizzoli, nella lettera di risposta, oltre a ricordare all’assessore che la Carovana «è un’iniziativa di natura ecclesiale e quindi libera da qualsiasi partecipazione partitica», ha precisato che la bandiera arcobaleno «è stata usata già negli anni ‘80 dal movimento ‘Beati i costruttori di pace’, considerandola come un richiamo all’arcobaleno biblico, ponte di pace fra Dio e l’umanità. Aldilà di questo, una bandierà che non lede la dignità di nessuno, ha tutto il diritto di essere esposta. Proprio per questo preferiamo mantenere la nostra libertà e autonomia a svolgere le nostre manifestazioni in ambienti ecclesiali».
«Quando si è reso conto della figura che Verona avrebbe fatto, unica a negarci la possiblità di svolgere la manifestazione, l’amministrazione ha provato a giustificarsi in modo meschino e bugiardo – continua padre Cavallin – Vittorio di Dio con i giornalisti ha tirato fuori una motivazione inesistente, secondo la quale ci avrebbe negato l’affissione di una bandiera di 30 metri in mezzo alla piazza e di quella soltanto. Di questa bandiera invece non si era mai assolutamente parlato».
Iniziata nell’anno del Giubileo del 2000 con una manifestazione a Verona per sottolineare il ‘Giubileo degli oppressi’, la ‘Carovana missionaria della pace’ è promossa dagli Istituti Missionari nazionali e dai Centri missionari diocesani, con il sostegno del Segretariato unitario di animazione missionaria.
Il tema di quest’anno sarà ‘Liberare la Parola’. «La scelta dell’itineranza ci dà modo di andare incontro all’altro, vincendo le abitudini, esponendosi all’autocritica, superando il rischio dell’immobilismo e della rassegnazione. L’itineranza ci induce a misurare le distanze tra le diverse culture e condizioni sociali, e a mettere meglio a fuoco parole come legalità, rifiuti, acqua, territorio, immigrazione, cittadinanza, memoria», spiega Cavallin. Questi saranno infatti i temi su cui la Carovana si concentrerà in maggior modo.
La manifestazione si svolgerà ugualmente a Verona, ma non nei luoghi comunali che in un primo momento erano stati richiesti. I missionari si riuniranno all’Istituto delle Stigmate e manifesteranno di fronte al Tempio votivo. «E’ con nostro rammarico e dispiacere – afferma padre Cavallin- che quest’anno l’iniziativa si svolgerà a Verona solo in territori ed ambienti ecclesiastici. Quando da questi l’iniziativa parte ma non a questi è rivolta».

Da Carta