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Dopo l'inchiesta di Greg Palast del 2016 sulla soppressione di milioni di voti di colore, Rolling Stone torna sul tema con un audio esclusivo di Brian Kemp, avversario dell’afroamericana progressista Stacey Abrams per il governatorato della Georgia.  Intanto Palast querela Kemp per le ultime truffe razziste. 

A meno di una settimana dalle elezioni di medio termine più importanti della storia degli Stati Uniti, una nuova esclusiva di Rolling Stone ci fornisce il pretesto per occuparci del tema della soppressione di voti e della cancellazione dalle liste elettorali di milioni di persone, per lo più afroamericani, latini e asiatici, scientificamente condotte attraverso procedimenti sempre più sofisticati e subdoli.

Le truffe sono state  portate alla luce in gran parte grazie al lungo lavoro di inchiesta condotto per Rolling Stone e pubblicato nell'agosto 2016, dell’americano Greg Palast, uno dei migliori giornalisti investigativi del mondo, che per anni  ha condotto le sue indagini  per la BBC e per il Guardian perché negli Stati Uniti  nessuno gliele pubblicava.

Trattata quasi esclusivamente sui circuiti di informazioni indipendenti,  la questione "soppressione voti" ha ultimamente ottenuto un'attenzione più vasta,  finendo anche su reti come CNN o NSBMC, un po’ perché utile alla campagna antitrumpiana, un po’ per alcune eclatanti vittorie progressiste alle primarie democratiche impossibili da ignorare, un po’ per il continuo lavoro di Palast che, sostenuto da personalità come il reverendo Jesse Jackson e da importanti movimenti per la difesa dei diritti civili, è sempre più attivo non solo nelle inchieste ma anche nelle querele ai responabili delle epurazioni. 

 

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Una foto di Greg Palast dalla sua pagina Facebook 

Il caso specifico della nuova esclusiva di Rolling Stone, un audio compromettente pubblicato il 23 ottobre scorso, riguarda la corsa per il governatorato della Georgia tra Brian Kemp e Stacey Abrams, elezione  tra le più più calde e sotto i riflettori per molti motivi, tra i quali  le "anomale" caratteristiche dei candidati.

Tanto per cominciare se Stacey vincesse sarebbe la prima donna nera, e progressista (vocabolo che in questa serie di articoli di politica americana ha un’accezione quasi antitetica al termine “democratico” sebbene democratici e progressisti stiano nello stesso partito), a ricoprire la carica di governatore negli Stati Uniti. E la ricoprirebbe in uno stato del profondo sud, in cui “l’anomalia” di un personaggio con tali requisiti emerge come qualcosa di straordinario, non solo per le vicende storiche dello stato, ma per i sempre più accaniti soprusi verso l’elettorato di colore, che sembrano avere riportato l’America ai tempi di John Kennedy, Martin Luther King e Lyndon Johnson. 

Altra anomalia di Stacey Abrams,  è  quella di essere riuscita a vincere le primarie democratiche il 22 maggio scorso e, come riportato in un precedente articolo di Vorrei, ottenendo quella vittoria non "parlando di razza, ma di una nuova Georgia in cui le esigenze della gente comune, indistintamente bianca e di colore e ridotta ai minimi storici quanto a welfare e dignità della vita, diventino la priorità della politica.” 

 

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 Fotogramma dal confronto televisivo tra Stacey Abrams e Bruan Kemp, tenutosi la sera del 23 ottobre, poche ore dopo il rilascio dell'audio di Kemp da parte di Rolling Stone. 

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L'endorsement di Bernie Sanders a Stacey Abrams e i punti principali del programma della candidata

Di ben altro tipo sono le “anomalie” di Brian Kemp.  
Il candidato Governatore è dal 2010 il Segretario di Stato della Georgia ed è anche la prima persona nello stato a non essersi dimessa da quella carica, in modo da poter partecipare alla corsa al governatorato limpidamente e senza conflitti di interesse. Il segretario di stato è infatti resposabile dell'organizzazione delle elezioni ed  ha facoltà di introdurre nuove regole o modificare quelle esistenti. Per esempio, può intervenire sul voto anticipato, o sul voto per posta, o sul numero e sull'ubicazione dei seggi da chiudere, o ancora sul sistema di registrazione.

Tutti campi nei quali Kemp è abbondantemente intervenuto per ridurre claorosamente il numero degli elettori a lui sgraditi. Nelle scorse elezioni la chiusura di molti seggi elettorali in zone per lui strategiche ha per esempio fatto desistere molte persone di colore dal recarsi alle urne  o ha fatto sì che si  creassero code anche di sette ore,  laddove nei quartieri bianchi l’espletamento del “diritto di voto” avveniva in pochi minuti. 

Ma l'innovazione più astuta e deprecabile di Kemp  è stato l'invio di un formulario  ai residenti di zone e quartieri altrettanto strategicamente selezionati. Quel formulario, all’apparenza simile alla junk mail che la gente  butta via senza neanche aprirla, andava invece correttamente compilato e restituito, pena la ignara cancellazione dalle liste elettorali. La sua non corretta compilazione, resa inevitabile dagli ideatori del formulario che lo avevano riempito di tranelli e ambiguità, ha avuto come conseguenza il fatto che nelle ultime elezioni decine di migliaia di persone siano andate alle urne senza ritrovarsi iscritte e siano state sottoposte alla umiliante farsa del provisional ballot, il voto provvisorio che la storia ha  insegnato essere regolarmente cestinato.

Denunciato più volte, Kemp ha già dovuto reintegrare molti elettori proditoriamente cancellati, come testimoniano  How to steal Georgia in 7 minutesil recente video (riportato in coda all'articolo) che Greg Palast ha realizzato per Salon TV, il pezzo di Rolling Stone del 23 ottobre che correda l’audio avuto in esclusiva.

Tuttavia Kemp, consapevole che queste elezioni potrà vincerle solo con l'imbroglio, ha reiterato i suoi inganni tanto che  il 19 ottobre scorso Greg Palast gli ha intentato causa per aver violato il National Voter Registration Act del 1993.

Grazie al credito acquisito con le investigazioni precedenti, alla sua tenacia ed al supporto della gente, Palast è riuscito a costringere Brian Kemp, ma anche Kris Kobach (segretario di stato del Kansas e  candidato governatore) ed altre amministrazioni statali,  a rilasciare  le nuove liste delle epurazioni e le ha pubblicate sul suo sito, invitando le persone a controllare se vi figurasse il proprio nome, riuscendo così a portare a galla un numero sempre più elevato di soppressioni. Al momento della decisione di intentare causa, gli abitanti della Georgia in possesso di regolare diritto di voto ma cancellati dalle liste elettorali erano 340,134.  

 

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Fotogramma di uno degli ultimi  video di Greg Palast How to steal Georgia in 7 minutes, realizzato  per Salon TV. 

Veniamo ora all'audio pubblicato da Rolling Stone il  23 ottobre.

Vi si sente la voce di Brian Kemp , registrata da un partecipante a un evento privato,  chiuso alla stampa, tenutosi il venerdì precedente in un famoso locale di Atlanta. L'aspirante governatore esprime serie preoccupazioni per le elezioni del 6 novembre, sulle quali non riesce ad avere il controllo come in passato, a causa delle azioni di Stacey Abrams e della sua squadra.

Dopo gli accertamenti sulla fonte, che ha fornito alla rivista la ricevuta della donazione effettuata per potere avere accesso all’evento, Rolling Stone ha contattato i dirigenti dello lo staff di Kemp, i quali hanno confermato che l’evento ha avuto luogo, ma si sono  rifiutati di rispondere a qualsiasi altra domanda. Ogni traccia della serata è stata però prontamente rimossa dalla pagina Facebook. 

 Scrive il redattore dell'articolo Jamil Smith:

 «Poco dopo l’inizio delle sue osservazioni, il candidato ha espresso preoccupazioni sul voto anticipato e “sulle decine di milioni di dollari che loro [quelli della campagna di Abrams] stanno spendendo nello sforzo di portare a votare la loro base.”  Kemp ha poi asserito che l’azione  di Abrams è concentrata soprattutto sulle richieste di  voti per posta. “Ne hanno raccolto un numero senza precedenti,” ha detto, “e la cosa continua a preoccuparci.  Specialmente se ognuno di loro userà ed eserciterà il suo diritto di voto - cosa che possono assolutamente fare - e spedirà il suo voto, noi dovremo avere un’affluenza molto forte per controbilanciare la situazione.»

 

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Come il giornalista di Rollin Stone giustamente rileva, non c’è in fondo nulla di particolarmente strano nelle preoccupazioni di un qualsiasi candidato riguardo all’esito elettorale, ma Kemp non è propriamente un candidato qualsiasi.

 «La recente decisione di Kemp di sospendere più di 53.000 registrazioni al voto, il 70% delle quali compilate da persone di colore, per l’irregolarità nel  modulo di verifica statale sulla corrispondenza dei dati anagrafici, ha attirato l’attenzione sulla sua inclinazione verso leggi elettorali restrittive e verso l’epurazione delle liste elettorali. La settimana scorsa American Public Media ha riportato che Kemp l’anno scorso ha cancellato approssimativamente 107.000 elettori semplicemente perché non avevano votato nell’elezione precedente. Inoltre ha in corso delle cause per aver lasciato più di 6 milioni di voti aperti alla possibilità di essere modificati.»

Nel confronto televisivo tra Abrams e Kemp avvenuto nella serata di martedì 23 ottobre,  ossia poche ore dopo il rilascio dell'audio che aveva già fatto in tempo comunque a  circolare in rete,  la questione della soppresione voti ha fatto la parte del leone. 

Oltre a parlare di "farsa" e di "bugie", Brian Kemp, nel tentativo di parare i colpi a modo suo, ha accusato la sua rivale di avere incitato  "gli illegali" ad "infrangere la legge per votare per lei."
Ma Stacey non si è minimamente scomposta e guardando sempre in camera gli ha risposto per le rime:

« Signor Kemp, io so che lei è perfettamente consapevole che io conosco le leggi della Georgia riguardo al voto,  infatti sono uno dei principali esperti dello stato sull'allargamento del diritto di voto, e sa che mai nella mia vita ho chiesto che qualcuno privo del diritto di voto  potesse andare alle urne. Quello che io le ho chiesto è di consentire a chi è in possesso di quel diritto di poter votare. E infatti le abbiamo fatto causa nel 2016 e il giudice federale ha asserito che lei ha cancellato illegalmente 34.000 registrazioni. Lei ha usato esattamente lo stesso sistema di confronto che è sotto accusa in questo momento. » 

Il match system di cui parla Abrams, ossia "la corrispondenza dei dati anagrafici" richiesta da quei formulari volontariamente ingannevoli, è in diretta relazione  con le frodi scoperte  da Greg Palast nell'inchiesta per  Rolling Stone, condotta insieme a Robert F. Kennedy jrpubblicata nell'agosto 2106 col titolo The GOP’s Stealth War Against Voters   (La guerra segreta del Grand Old Party contro gli elettori. 
Il sottotitolo era costituito da una domanda:  Riuscirà un programma anti-frode elettorale, pianificato da un consigliere di Trump a togliere il diritto di voto a decidi migliaia di persone in Novembre? La risposta la conosciamo tutti. 

 Di quell’inchiesta, dalla quale Palast ha realizzato anche il libro e il film intitolati The Best Democracy Money Can Buy, ci siamo brevemente occupati due anni fa, (Trump-Clinton. Gli americani e il male minore), avendo assistito alla presentazione del documentario al F.D. Roosevelt Park di Filadelfia immediatamente dopo la nomina di Hillary a candidata presidenziale.

Greg Palast, sul palco insieme ad altri giornalisti indipendenti, illustrava l'interstate crosschecking, l'ultimo colossale imbroglio ai danni di milioni di americani escogitato dalla setta segreta del ricchissimo potentato bianco e razzista gravitante attorno a Trump, messo a punto da quel Kris Kobach, ora aspirante governatore del Kansas, a cui ci si riferisce spesso come KKK. 

 

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Un paio di fotogrammi tratto dal  video registrato  il 26 luglio 2016 al F.D. Roosevelt Park di Filadelfia. Con Greg Palast sul palco Lee Camp,  Michelle Boyle e Tim Black.

In quell'occasione Palast spiegava anche come l’epurazione di voti non sia  una pratica estranea ai democratici, essendo stata ampiamente messa in atto  durante le primarie democratiche contro Bernie Sanders. 

Riascoltando oggi le registrazioni effettuate quel giorno, alcune frasi di Palast risultano particolarmente profetiche, anche se per lui di profetico non avevano nulla in quanto esprimevano la certezza, basata su  indagini e prove inconfutabili, che quei fatti si sarebbero puntualmente verificati. 

«Hillary sarà anche felice dei voti non contati in California  e dei voti non contati a New York. Potrà proprio essere felice di tute queste cose. Ma adesso saranno loro ad usare queste cose  per rubare la vittoria a Hillary Rodham Clinton. … Quindi Hillary, se adesso sei felice, preparati!»

 Quanto all’interstate crosschecking,  consiste nella in pratica di confrontare i milioni di casi di omonimia, soprattutto di nomi e cognomi tipicamente afroamericani, latini e asiatici  (previa eliminazione di tutti i dati che possono provare la differenza di identità quali il secondo nome, la data di nascita, le diciture senior e junior e via di seguito) e poi eliminare tutte queste persone dalle liste elettorali con l'accusa di aver votato in più stati.

20188010 The best democracy money can byu 2017 greg palastRiedito l'anno scorso in una versione aggiornata, il film di Palast che tra i suoi protagonisti, oltre all'autore nel suo tipico abbigliamento alla tenente Colombo e a Rosario Dawson, Shailene Woodley e Ice T, vede l'indimenticabie  Lou Grant degli anni '70 Ed Asner e il leggendario Willie Nelsonmerita un articolo a sé.

Innumerevoli infatti sono le documentazioni fornite sulle frodi elettorali  a partire da quella del 200o in Florida ai danni di Al Gore, per arrivare al caso dell' interstate crosschecking  che costituisce il corpo principale del film.

Un film dalle verità imbarazzanti che, unitamente alle ultime scoperte di Palast sulle truffe condotte in occasione delle elezioni di martedì prossimo, hanno fatto sì che Palast sia continuamente intervistato e ospitato non solo dalle testate e dalle reti in sintonia con le sue posizioni (l'ultimo articolo di Rolling Stone è di domenica scorsa), ma che anche le reti meinstream non possano esimersi dal parlare delle sue indagini, cosa ora più che mai di grande aiuto alle causa progressiste in senso lato.

 

 

Gli autori di Vorrei
Elisabetta Raimondi
Elisabetta Raimondi
Disegnatrice, decoratrice di mobili e tessuti, pittrice, newdada-collagista, scrittrice e drammaturga, attrice e regista teatrale, ufficio stampa e fotografa di scena nei primi anni del Teatro Binario 7 e, da un anno, redattrice di Vorrei.
Ma soprattutto insegnante. Da quasi quarant’anni docente di inglese nella scuola pubblica. Ho fondato insieme ad ex-alunni di diverse età l’Associazione Culturale Senzaspazio.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.