Dalla massificazione consumista ai corsi estatici

 

 

 

 

 

 L' ultimo sciamano, così è nominato Martin Heidegger, uno dei più importanti filosofi occidentali del XX secolo, come fosse la chiusura del  ciclo di civiltà ritornato al punto di partenza. Insieme ad altri pensatori tedeschi come Friedrich Nietzsche e Ernst Jünger la sua filosofia si inserisce nel contesto definito La profezia del Tramonto, che affonda le radici nel decadentismo ottocentesco. Aldilà delle polemiche che considerarono per lungo  tempo questo gruppo di pensatori come l'humus filosofico in cui maturarono i totalitarismi del XX secolo, ritorna clamorosamente in auge il celebre motto Dio è morto  di Friedrich Nietzsche, contenuto nella opera La gaia scienza.

 

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Lo sciamanesimo non è propriamente una religione. Le ricerche antropologiche, relativamente recenti, che si sono avventurate alla sua scoperta e conoscenza, sono in continuo aggiornamento. La parte principale delle ricerche viene svolta nei territori dove permangono ancora attività significative, ad esempio la Siberia, territori centro asiatici come la Mongolia o nel continente americano.

Grossolanamente si può riassumere che lo sciamanesimo è forse il primo livello o lo stadio iniziale della comparsa delle religioni nei sistemi sociali umani. La datazione approssimativa delle prime tracce viene fatta risalire intorno a 50 mila anni fa e si focalizzano in contesti tribali nomadi o di raccoglitori, già in fase di mutazione antropologica verso la vita sedentaria e l'agricoltura.

Nella cultura occidentale lo sciamanesimo è stato portato alla celebrità  grazie soprattutto all'opera dell'antropologo californiano Carlos Castaneda. I suoi romanzi, Gli insegnamenti di don Juan o L'isola del Tonal tra i più famosi, sono arrivati alla conoscenza di alcune fasce delle nuove generazioni occidentali, soprattutto nel periodo post movimentista tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70.

 

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In Italia i primi interessi verso queste pratiche cominciano a manifestarsi in quegli strati giovanili, definiti "di mezzo" tra i movimenti del '68 e del '77. Si tratta di frange molto delimitate della critica radicale, per esempio Stampa Alternativa, sconfitte sonoramente come negli Usa nelle idealità e concezioni sociali. Probabilmente l'interesse e la ricerca erano favorite da un bisogno stringente di trovare vie di fuga, spazi di resistenza a quella che poi negli anni '80 si rivelò una nuova fase virulenta della vita del capitalismo.

Lo sciamanesimo è portatore di una tecnica di approccio abbastanza apprezzata dai pionieri: la pratica di agire considerando nelle situazioni sempre le vie di fuga, uno spazio altro in cui si ridisegnano i contesti relazionali e i bisogni sociali. Una sorte di neo nomadismo che matura nei sotterranei dei sistemi sociali compressi dal neo liberismo, dal cosiddetto pensiero unico dominante, per poi emergere nella seconda metà degli anni '90 in nuove forme mutate. Tuttavia l'interesse allo sciamanesimo viene maggiormente assorbito dal grosso del movimento New Age, collocandosi come una delle tante branchie di ricerca spirituale ed olistica. Spesso lo sciamanesimo si trova ad essere amalgamato con pratiche di diversa provenienza culturale e territoriale, seguendo assimilazioni e commistioni in voga nel movimento New Age.

 

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I primi gruppi di sciamanesimo in Italia nascono Milano. Uno dei più noti è l'associazione Om, fondata da Pierluigi Lattuada, psicologo ricercatore che intravede nello sciamanesimo un approccio particolare della psicoterapia fondato sui concetti della Bioenergetica. Dopo una ricerca compiuta in Brasile Lattuada fonda a Milano l'istituto di Biotrancenergetica. Nel prosieguo degli anni '90 e con il nuovo millennio nascono numerose associazioni e ricerche  che si spingono in più direzioni, dall'esplorazione dello sciamanesimo brasiliano alle culture tribali degli indiani americani. Anche in  Lombardia si è sviluppato un filone sullo sciamanesimo celtico.

Non mancano severe critiche da altri micro mondi contigui ma autoctoni come la Federazione Pagana, ancora vegeta dopo duemila anni di cristianesimo, che addita senza troppi complimenti la speculazione e il proliferare dei variegati corsi offerti in Italia.

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

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