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Lullabies Store & Nadamas, due realtà indipendenti si affacciano e se la “giocano” a Monza. A due passi uno dall'altro, un negozio di dischi in vinile e un “nuovo” locale in via Raiberti

A dicembre, a Monza, ha aperto i battenti il “Nadamas”in via Raiberti 11. Tanto per intenderci, dove prima c’era il Tridente. Pochi passi, svolti… e sabato 13 febbraio, l’affollata inaugurazione del “Lullabies Store (Vinyl & Stuff)”. Non sono nemmeno riuscito ad entrarci. Il suo indirizzo è: via Enrico da Monza 27. Un bell'abbinamento perché da singole realtà presto diventeranno un duo, si spera il più affiatato possibile. Di che si tratta? Beh, innanzitutto di persone che fanno il proprio lavoro con passione e competenza e che non esitano nel “confrontarsi” con un mercato che tutto propone ma è sempre più senza sapori. E anche nella musica, l’olfatto ha la sua parte. Entri in “Lullabies” e senti il profumo del vinile (roba andata qualcuno potrebbe obbiettare, ma gli ultimi dati di vendita dimostrano il contrario, addirittura c’è chi sostiene una corposa rinascita). Incontro Genny Gulletta, la responsabile (prima attiva al Circolo Magnolia di Segrate, uno dei rock-club più “combat” di Milano e dintorni, organizzatrice di corsi, ideatrice e responsabile di serate a tema come la seguitissima “Nonsolomacello” e le chiedo: “Ma il vinile non è una storia già vista?” E Lei sorridente e senza esitazioni mi risponde: “Sì, ma c’è il fascino dell’aspetto fisico del vinile, non è roba da poco, sono l’occasione per me di vivere un’epoca che mi è sempre piaciuta ma per dati anagrafici non ho potuto vivere, e di tirare fuori tutto il “nerd” che ho in me, ahahah”. Giovane nostalgica? No, assolutamente il contrario. Tutto il coraggio dell’impresa e l’elogio del DIY (Do It Yourself). Ammirazione quindi, anche perché il mercato del lavoro per le giovani generazioni è al minimo storico (più o meno, come quando scoppiò il movimento del ’77). Gironzolo un po’: l’ambiente è raccolto ma piacevole e ricco di colori. Alle pareti ci sono poster, le illustrazioni incorniciate di Simone Merazzi (che è pure un tatoo-man), gli scaffali sono colmi di vinili ricercati e a prezzi “giusti”. “Dopo l’inaugurazione, che è andata al di sopra di ogni aspettativa, ho già fatto due riordini. “Ce l’hai l’ultimo di David Bowie? “No, ho appena venduto l’ultima copia”. “Va beh, meglio così”. Si è partiti con 500 titoli diversi. Frugo e vedo gli ellepì di Calibro 35, Massimo Volume, Bologna Violenta, Starfuckers, Fugazi, Goat, Sleaford Mods, Rancid. Ed anche quelli di peso più “commerciale” e senza trascurare la qualità: da Tom Waits ai Franz Ferdinand, dagli Artic Monkeys a Beck, dai Pixies ai New Order. Classici della black music (Billie Holiday, John Coltrane, Sam Cooke) e i più appetibili 33 giri del mercato indie internazionale e nazionale. “Vanno bene quelli della Sub Pop, della Mute, della Touch And Go”. Quindi il mercato c’è (non è da cifre da capogiro) ma paradossalmente provate a cercare dischi del genere a Monza e dintorni…. Diventa un faticoso lavoro, quindi… “Compact disc?” “No, niente”. Ma in compenso c’è il settore dell’usato vinilitico in fase preparatoria. E poi: una piccola sezione di libri e graphic-novel, serigrafie (Malleus, Corpoc, Giant’s Lab), t-shirt originali di alcune band, fotografie del collettivo “Cesura” (che hanno pure dato alle stampe il volume “Russian Interiors”). Dal vivo, qui e a breve: il primo appuntamento della rassegna “Meet And Drink” con i Liquido di Morte (5 marzo). Quindi i Killy Billy (8 marzo) e l’inaugurazione della mostra “La Nuova Schiavitù” di Sara Giannatempo.

 

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Esco, giro a destra ed entro al “Nadamas”. Ci sono il bancone, gli sgabelli, un bel po’ di tavoli. Si “praticano” brunch, pranzi di lavoro, aperi-cena con buffet libero, cucina tex-mex, menù alla carta, panini, insalatone e tutte le sostanze liquide da bere o sorseggiare. L’ambiente è conviviale, sulle mura ci sono appese alcune copertine di ellepì, c’è un maxischermo e c’è un ottimo cuoco. Pranzo lì: è tutto buono e sin troppo abbondante. Ma soprattutto, si scende giù, è c’è uno spazio apposito per concerti o dj’s set. In questo luogo un po’ steak-house, un po’ pub “altro” e un po’ rock-club (e collegato al “Masnada” di Brugherio, dove l’anno scorso fece tappa pure il mitico e leggendario Ricky Gianco) sono già transitati, tra gli altri, i Surfin’ Clare And The Whisky Rockers (rockabilly), The King Bees (Texas blues & rock’n’roll), The Beat Barons (Merseybeat- style), I Rudi (beat & mod revival), The M.O.N.K. (surf-jazz). La programmazione musicale è coordinata da Paolo Pesenti. Insomma, occasioni per divertirsi live con realtà underground ma che potrebbero diventare overground. E agli amici dire: “Io c’ero”. E anche perché, sia che tu sia tra il pubblico o sul palco, se smetti di curiosare nei diversi ambiti musicali, vuol dire che sei al capolinea. Questo l’ho sempre pensato e sempre continuerò a pensarlo.

 

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