Elisabetta Cremaschi
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Qualcosa si è rotto
Potrei fare l’elenco di ciò che non comprendo, non ho neanche l’ingenuità degli anni a cui appellarmi per potermi giustificare. L’odio, certo, e l’indifferenza…
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Un ricordo, in ricordo, di Ermanno Olmi
“L’albero degli zoccoli” lo vidi grazie alla scuola. Era il 1978 e avevo nove anni e il fatto di andare al cinema la mattina, in modo istituzionale in un certo senso, ricordo che aggiunse all’impresa un senso di solennità. Tre ore di film a quell’età non sono cosa da poco, di un film così poi.
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Innamorarsi secondo Fabian Negrin
In “C’era una volta un cacciatore” si è servito delle parole per l’interrogazione dello smarrimento, del prima e del compiuto, per l’ouverture e il finale di questo canto d’amore, per tentare di dare forma all’inquietudine del sorprendersi.