26 02 2016 apertura

Non è solo una questione economica, in ballo ci sono gli assetti democratici: il difficile rapporto tra le norme costituzionali italiane e i trattati europei. E quel che non si dice sull'arrivo dei rifugiati.

Troppo spesso si pensa che il questionare di euro e non euro sia riduttivo: “riduci tutto all’economia”. Non è così. È l’analisi della “reductio ad eurum” ad essere molto miope, a non intravvedere cosa si celi dietro lo strumento (la moneta comune) usato. Dove si scrive euro, si legge democrazia. Ma non quel concetto alto di cui tanto si blatera quanto ce ne si fotte. È proprio una questione di Costituzione.

Qualche brivido lungo la schiena, eh? Se “democrazia” è per alcuni un concetto ancora troppo distante dal proprio quotidiano, forse introdurre nel campo la Costituzione della Repubblica Italiana aiuta ad avvicinarsi al tema.

Partiamo da un architrave, l’articolo 3 della Costituzione:

 

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Notare bene: “rimuovere gli ostacoli”, “persona umana”, “effettiva partecipazione di tutti i lavoratori”.

E invece cosa dice il massimo trattato europeo, ossia il Trattato sull’Unione Europea? Anche lì esiste un articolo 3, ben più verboso del nostro e molto diverso nella sostanza:

 

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Notare bene: l’Unione “offre” (un 3x2?, una gentile concessione? ma che vocabolario è?) e si impegna massimamente “sulla stabilità dei prezzi” (la tecnica contabile eretta a metodo e finalità di governo) e si basa su “un’economia sociale di mercato fortemente competitiva” (mi si spieghi come l’economia sociale di mercato e la forte competizione possano stare insieme; a me hanno insegnato che serve la cooperazione per arrivare ad una economia sociale, fosse anche di mercato). Si finisce poi con la promozione della “coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri” (e aiutami a dire: si vede proprio come la forte competizione stia aiutando la coesione e la solidarietà; siamo al disturbo della personalità).

 

Sintesi. Ma vi pare che una Costituzione fortemente orientata alla tutela dei diritti sociali del lavoratore/cittadino come la nostra possa reggere in un sistema europeo orientato in tutt’altra direzione? Carta canta. Penso che le conseguenze siano chiare a tutti: il Testo sull’Unione Europea e la Costituzione Italiana non stanno insieme. E indovinate quale delle due si cercherà di piegare, modificare, cambiare... ah, avete un sospetto? Ecco, unite i puntini e vedete da voi se il disegnino che ne esce fuori vi piace.

 

QUESTIONE IMMIGRAZIONE

Non so quanti lo abbiano letto. Il 20 Gennaio 2016, il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato uno studio sull’arrivo di masse di rifugiati in Europa, facendolo presentare direttamente al gran capo Christine Lagarde.

In breve, accogliere i rifugiati serve perchè

- si abbassa il costo del lavoro

- i rifugiati contribuiscono ad aumentare il gettito fiscale e pensionistico

- l’arrivo dei rifugiati contrasta l’invecchiamento della popolazione occidentale

 

(vabbuò, mai una considerazione umana ma sai, loro sono quelli dei numeri)

 

Controindicazioni a pagina 4: i residenti devono aspettarsi paghe più basse e maggiore disoccupazione per qualche tempo. Ma chi lo avrebbe mai detto? Chi si offre volontario a sinistra per spiegarlo alle masse lavoratrici a basso valore aggiunto che sono quelle che più soffriranno? Poi dicono che vince Le Pen... bonsci bonsci po po po...

   

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LA PERLA DEL MESE

Il premio occhio di lince va a Letta Enrico, nato a Pisa il 20 Agosto 1966. Erano le 14:21 del 19 Dicembre 2013 e il nostro lungimirante primo ministro gioiva per le norme che introducevano il bail-in. Sappiamo tutti come sta finendo... proprio come il commentatore sotto descriveva. Per inciso, l’autore del commento è il responsabile economico della Lega Nord.
Certa presunta sinistra riuscirà nell’impresa di ereggere a statisti lepenisti e leganordisti. A questo siamo. 

 

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Gli autori di Vorrei
Ivan Commisso
Ivan Commisso

Vado per i quaranta, mi occupo di soluzioni pubblicitarie online in una grande concessionaria. La mia formazione universitaria è economica. Sono giornalista pubblicista e su Vorrei scrivo per lo più di economia perchè da lì verranno (ulteriori) problemi e su quel tema si dicono un sacco di fesserie. Nota Bene: mi piacciono le metafore, i dolci e la Calabria.

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