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 Una analisi a molte voci della crescita del neofascismo nel nostro paese e delle strategie più utili a contrastarla.

 

15 gennaio 2018, Seregno: nove relatori, più un coordinatore, lo stato maggiore, potremmo dire, dell’antifascismo lombardo. Si sono mobilitati in un incontro in sala civica, per invitare a prenderci cura della Costituzione nella sua essenza antifascista. Finalmente! Finalmente una delle questioni più urgenti del nostro presente, ovvero la necessità di contrastare la crescente protervia delle organizzazioni neofasciste con la concomitante diffusione, in Italia come in tutta Europa, dei loro miti distruttivi, trova una risposta in una serata che ha avuto anche il merito di rappresentare in modo confortante una unità delle sinistre finalmente possibile, almeno su uno dei temi fondanti della Repubblica: a organizzare la serata, infatti, ha collaborato tutto l’arco dei partiti di sinistra e delle associazioni impegnate nel contrasto al neofascismo e alla criminalità con cui spesso si accompagna: da Rifondazione e Casa della Sinistra, dal PD coi Giovani Democratici, dalla CGIL e dal Comitato 25 Aprile, fino a Libera e I Sentinelli di Milano e a realtà locali come l’ARCI Tambourine e la lista Noi per Seregno. Confortante anche la massiccia partecipazione, anche di tanti giovani, attivi del resto già fra gli organizzatori.

Il richiamo all’essenza antifascista della Costituzione Italiana è il filo rosso che lega tutti gli interventi, fin dall’introduzione del moderatore Giorgio Garofalo, giovane Presidente del Consiglio Comunale di Seveso e Coordinatore di Brianza Sicura, una rete di amministratori impegnati nella lotta contro la corruzione e la criminalità mafiosa. Garofalo ricorda come la Costituzione sia nata dall’unità delle forze antifasciste che, pur da posizioni politiche diverse e anche avverse, riuscirono a confrontarsi ed incontrarsi sulla declinazione dei principi su cui fondare un nuovo ordine democratico e repubblicano, basato su principi di uguaglianza e di giustizia sociale. “L’essenza della democrazia sta nel confronto e nella partecipazione”, ricorda Garofalo, ed è per questo che il fascismo, che intende negarla, è per natura l’opposto di quei principi. Come ricorda Emanuele Fiano, deputato PD e relatore di una legge rimasta in sospeso, per un più efficace contrasto al neofascismo, proprio per questo è stata prevista dai Costituenti una disposizione transitoria che proibisce la ricostituzione del partito fascista: perché essa sarebbe l’antitesi di tutta la costruzione democratica. Lo stesso concetto ribadisce Lucrezia Ricchiuti, ex consigliera comunale a Desio e oggi senatrice aderente a Liberi e Uguali, che sottolinea l’incompatibilità tra la fedeltà alla Repubblica e la propaganda per l’ideologia fascista.

 

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Ma, senza voler richiamare tutte le argomentazioni nell’ordine in cui sono state svolte, direi che la più chiara ed incisiva è stata fornita dal giornalista Michele Costa, voce del benemerito sito locale di citizen journalism  Infonodo, che, nel ricordare il ricorrente revisionismo che tenta di assimilare i morti antifascisti a quelli repubblichini, li denuncia come tentativi di riabilitare un passato del quale la stessa repubblica rappresenta la negazione e il superamento definitivo: “Il 25 Aprile - dice - non è la commemorazione dei defunti, è la celebrazione di una cesura col passato, è come il 4 Luglio per gli Stati Uniti o il 14 luglio per la Francia: “non si può essere americani e fedeli contemporaneamente alla corona inglese, né essere francesi rimpiangendo i Borboni.”

Occorre affermare l’incompatibilità tra la fedeltà alla Repubblica italiana e il tentativo di riabilitare un passato del quale la stessa repubblica rappresenta la negazione e il superamento definitivo

L’indicazione del diffondersi del revisionismo, delle “false ricostruzioni” del regime (Fiano), come una delle cause della crescita del neofascismo nel nostro paese è un altro filo rosso che attraversa gli interventi: chi ricorda del fascismo solo le bonifiche e le realizzazioni non fa che tentare di far dimenticare la realtà della dittatura, delle leggi razziste, della guerra. Chi sostiene che il fascismo non sarebbe stato un male senza la guerra o senza le leggi razziali, vuole ignorare il fatto che razzismo e vocazione alla guerra di aggressione e di conquista, ammirazione per la guerra come “levatrice dei popoli” sono connaturate all’ideologia, non solo alla pratica, del fascismo (Costa). Chi tenta di equiparare la morte degli antifascisti a quella di chi il fascismo volle sostenere fino alla fine, si aggrappa all’alibi della pietà dovuta alle vittime di ogni guerra per far passare come manifestazioni di “cordoglio” iniziative che altro non sono che apologia di fascismo. “Cos’hanno a che vedere con il lutto l’ostensione del saluto romano, o l’inneggiare al Duce nei cimiteri?” (ancora Fiano); deporre una lapide in ricordo dei morti repubblichini nel cimitero di Seregno, che per altro sono già ricordati genericamente fra gli altri nel locale monumento ai caduti, non è un omaggio ai defunti, ma risponde alla volontà di elevare monumenti al fascismo (Costa). Dietro questo alibi, anche la magistratura trova talora il modo di evitare la condanna di queste manifestazioni, eludendo la legge Scelba che già nel 1952 ne sanciva la punibilità in applicazione della disposizione transitoria già citata. A quel che dice Fiano, in questi casi si interpreta tale legge come diretta esclusivamente allo scopo di evitare la ricostituzione del partito fascista, dando spazio a quella ambiguità sulla quale i neofascisti giocano.

Questo revisionismo si spinge fino ai più sfacciati tentativi di diffamazione della Resistenza: ne è l’ultimo esempio la presentazione del libello pseudo storico dedicato nientemeno che ai “grandi killer della liberazione”, che verrà presentato a Monza (nonostante sia infine mancata la concessione della sala comunale. ndr), per iniziativa di organizzazioni e redazioni on line come Carcano 91 e Ordine Futuro. ndr). A contrastare questa vergognosa iniziativa, nelle ore precedenti l’ ANPI e l’ANED di Monza invitano gli antifascisti al presidio che si terrà lo stesso 19 gennaio nella piazza dedicata ai partigiani Centemero e Paleari dalle 18 alle 21.

Altro equivoco è quello del “diritto alla libera manifestazione del pensiero”, su cui si è basata la procura di Venezia per respingere la denuncia del famigerato “bagnino nero” di cui Paolo Berizzi, il giornalista bergamasco di Repubblica da tempo impegnato a denunciare tali manifestazioni, ricorda i veri e propri comizi inneggianti al fascismo che si svolgevano in quello stabilimento balneare, arredato con busti del Duce e altri simboli fascisti, nonchè le dichiarazioni razziste che proponevano lo sterminio per i “tossici”, contravvenendo anche alla legge Mancino del ’93, che vieta l’incitazione alla violenza e alla discriminazione.

Tollerare la manifestazione pubblica di simili “pensieri” è in contraddizione con la sopravvivenza della democrazia. Eppure non c’è alcuna possibilità di equivoco, sottolinea accoratamente Fiano, quando si considerino i dati raccolti dall’ANPI relativi ai casi di propaganda fascista attraverso il web: 3500 pagine censite, pagine FB su cui si ripropone, ad esempio, il comizio di Goebbels che enuncia la difesa della razza bianca o il proclama di Trieste in cui Mussolini annuncia l’introduzione delle leggi razziali. Tali forme di propaganda, estremamente facili da diffondere ed estremamente pericolose per i giovani, che le leggono senza alcuna mediazione, senza contraddittorio, seppure formalmente o apertamente non mirino alla ricostituzione del PF, sono tuttavia il veicolo di quel razzismo che costituisce la spinta maggiore alla crescita dell’onda nera, questa sì pericolosa, che attraversa oggi l’Europa. E’ per questo che si sente il bisogno di strumenti legislativi più efficaci e diretti contro il risorgere delle ideologie fasciste e razziste, camuffate dietro le sigle più fantasiose.

Si sente il bisogno di strumenti legislativi più efficaci e diretti contro le il risorgere delle ideologie fasciste e razziste, camuffate dietro le sigle più fantasiose

L’assessore comunale milanese Pierfrancesco Majorino propone fra gli strumenti utili a contrastarle anche delibere come quella recentemente adottata dal suo Comune, volta a negare spazi pubblici a gruppi e manifestazioni che non si pongano senza ambiguità al di fuori di questo campo antidemocratico.

È vero, come afferma Lucrezia Ricchiuti, che non bastano le buone leggi se non vengono applicate, e su questo, dice, la magistratura dovrebbe fare qualche riflessione. Ma la causa principale della crescita del neofascismo (lo ha evidenziato Fiano e lo ribadirà Majorino), è nell’abbandono, da parte delle sinistre, del terreno sociale su cui i neofascisti si propongono come difensori degli emarginati (purchè di razza bianca, s’intende: ndr)

 

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Il diritto alla casa, i redditi insufficienti alla sopravvivenza, tutto ciò che alimenta la rabbia sociale viene sfruttato dalle destre per ottenere consensi e aggregazione, mentre i partiti di sinistra non presidiano più le periferie né le università. Così é cresciuta Casa Pound a Roma, distribuendo pacchi di pasta o opponendosi agli sfratti. La stessa strategia di Alba Dorata in Grecia, commenterà Berizzi: pacchi alimentari di giorno ai connazionali, sprangate di notte agli immigrati!

Anche il mondo della stampa dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, secondo Ricchiuti, come hanno sempre fatto coraggiosamente i giornalisti intervenuti a questa serata, affrontando derisione e minacce e perfino aggressioni. E’ indispensabile far conoscere i legami di queste nuove destre con la criminalità organizzata, anche se questo può costare al giornalista una testata da parte di uno di questi, come è accaduto a Ostia.

Berizzi ricorda su questo tema il corteo di Casa Pound sotto le finestre della redazione romana di Repubblica, lamentando che non si sia fatto abbastanza nonostante gli allarmi e che oggi ci si meravigli di essere arrivati a tanto. L’alleanza tra le destre estreme e quelle rappresentate in parlamento è ormai un fatto, che si è espresso, ad esempio, nello scambio tra la Lega e Casa Pound, la prima che promette l’abolizione della legge Mancino, la seconda che appoggia il referendum lombardo per l’autonomia. Le sentenze che affermano la non punibilità di certe manifestazioni fanno sì che i loro promotori alzino continuamente l’asticella dei loro interventi. “Se apri il recinto, i buoi escono. E non sarà facile farli rientrare.” Ormai non si tratta più di rigurgiti, né di sola propaganda."

L’alleanza tra le destre estreme e quelle rappresentate in parlamento è ormai un fatto. Se apri il recinto, i buoi escono. E non sarà facile farli rientrare.

 Si è arrivati al punto di riproporre la marcia su Roma! I gruppi con radicamento regionale accorrono in forze alle rispettive iniziative. Quelli di Lealtà e azione, quelli dei saluti romani al Cimitero maggiore, erano al corteo di Acca Larentia insieme a quelli di Casa Pound. E i primi, che si ispirano a criminali di guerra ferocemente antisemiti come Léon Degrelle o Cornelius Codreanu, capo e fondatore della Guardia di ferro romena, sono in continua ascesa in Lombardia. Quelli di Casa Pound si propongono come “fascisti democratici”, ma hanno accumulato in cinque anni ben 336 denunce e 19 condanne per reati come rissa e aggressione, oltre che apologia di fascismo.

(La sproporzione tra il numero delle denunce e quello delle condanne riporta al tema precedente delle eccessiva indulgenza, a quanto pare..ndr). Quanto a Forza Nuova, i cosiddetti “fascisti del Terzo Millennio”, oltre a 240 denunce e 10 condanne, c’è una sentenza della Cassazione che li definisce come “una forza incline alla sovversione del fondamento democratico del sistema” Eppure Forza Nuova ha appena raccolto nello scorso fine settimana trentamila firme per presentare proprie liste alle elezioni nazionali, e punta attraverso le alleanze con altre forze ad accedere al parlamento

“Svegliamoci prima che sia troppo tardi!”, è l’accorato e condiviso appello di Berizzi. Bisogna ormai chiamare le cose col loro nome, constatare che ormai nel nostro paese le peggiori destre sono state da tempo sdoganate e che corriamo il rischio di dover amaramente constatare di aver sottovalutato il pericolo e ammettere di non aver provveduto in tempo.

Riguardo alla contiguità tra la destra istituzionale e il neofascismo, Michele Costa ricorda gli episodi in cui a Seregno alcuni amministratori delle ultime giunte si sono distinti per l’esibizione di plateali nostalgie fasciste, per la loro vicinanza, che si estende anche alla costituzione comune di società di affari, a elementi di Lealtà e Azione o ad altri provenienti dalla Curva Nord del Monza, noti per le loro posizioni di estrema destra.

nel nostro paese le peggiori destre sono state da tempo sdoganate: vi è ormai una evidente contiguità tra la destra istituzionale e il neofascismo.

Questa contiguità sostiene la continua progressione del livello di intolleranza manifestato dai sempre più frequenti attacchi alle minoranze e ai loro diritti da parte delle organizzazioni neofasciste.

Luca Paladino, portavoce de I Sentinelli di Milano, dal suo duplice osservatorio, delle iniziative di piazza e delle pagine sul web, ne è testimone, fin da quando le cosiddette “sentinelle in piedi” si sono mobilitate in tutte le piazze italiane per negare la possibilità di una legge sulle unioni civili e contro l’omotransfobia. Si trattava di un’altra espressione dell’ossessione identitaria delle destre, intesa in questo caso a difendere la “famiglia tradizionale”. Ma l’introduzione della legge sulle unioni civili ha tolto fiato a questo movimento, spegnendo con il suo intervento il fuoco della propaganda. È quanto hanno sostenuto anche Fiano, Majorino, Ricchiuti: è sul piano politico che si sconfiggono le destre, sebbene sia necessaria anche la massima intransigenza nel fronteggiarle anche con gli strumenti della legalità. Non è “dal salotto di quelli che la pensano nel modo corretto” , come dice Majorino, che si potrà vincere questa battaglia. Tuttavia, l’impegno sul piano culturale è indispensabile perché non è solo dagli attivisti violenti che viene il pericolo, ma anche dal “fascista della porta accanto” .

La pagina fb de I sentinelli è la terza pagina più seguita in Italia (81.000 followers) tra quelle che si occupano di diritti civili. Ma anche tra i suoi seguaci, appartenenti alla comunità LGBT, emerge talora il fastidio per le tematiche dell’antifascismo. Non vi è dunque sufficiente coscienza, avverte Paladino, della necessità di vigilare e prevenire, neanche nei soggetti che dal fascismo avrebbero maggiormente da temere. A suo parere, una grande manifestazione nazionale antifascista oltre a quella del 25 Aprile risponderebbe all’obiettivo di non disperdere le forze impegnate su tutti i fonti della difesa della democrazia.

Tra queste, anche quella rappresentata dalle organizzazioni operaie, dal presidio dei partiti di massa sul territorio, che tenevano viva la coscienza antifascista, risulta dispersa, come lamenta Fabrizio Baggi del Comitato Lombardo antifascista. Quale responsabile di Rifondazione per le politiche migratorie, e in quanto residente a Como, Baggi sa bene quanto non si possa prescindere dall’affrontare anche questa tematica, sulla quale fra l’altro avviene la saldatura più evidente tra la destra istituzionale e gruppi come il Fronte skinheads, responsabile dell’irruzione nella sede di “Como senza frontiere “. E anche qui si impone in primo piano la responsabilità della politica nell’affrontare in modo efficace il problema, prevenendo situazioni drammatiche come quella dei migranti nelle località di frontiera, o evitando di rendere possibili ordinanze infami come quella del sindaco di Como contro il soccorso ai mendicanti. Le aggressioni anche fisiche contro gli operatori del soccorso umanitario sono ormai un fatto. Come ricorderà in chiusura il moderatore, nel fumetto di Zero Calcare pubblicato dall’Espresso nel numero dal titolo La banalità del nazi, potremo trovare fra l’altro l’ormai consistente elenco delle vittime dei gruppi di neofascisti e neonazisti.

 

Pagine da LEspresso N3 14 Gennaio 2018 11

Zerocalcare su L'Espresso

 

Saverio Ferrari dell’Osservatorio Democratico Nuove Destre sottolinea ancora la vicinanza dei gruppi dell’estrema destra con il mondo della criminalità: parla di una sorta di “ welfare malavitoso” che si muove nelle periferie. Sebbene le tante organizzazioni della destra estrema abbiano origini e storie diverse, quel che caratterizza tutte è il richiamo alla costruzione di una “comunità” basata su legami di sangue e di suolo (prima gli Italiani), l’idea di sostituire alla democrazia la guida di un capo carismatico, quella dello stato di eccezionalità dovuto alla presunta “invasione”, eccezionalità che consentirebbe la sospensione dei diritti, unita alla pretesa di essere portatori di un’istanza “rivoluzionaria” delle classi popolari contro quelle dirigenti. Non si usano più le ritualità del passato come strumenti di aggregazione, sostituendole con linguaggi attraenti come il web o la musica, ma si ripescano i vecchi miti del complotto mondialista contro l’Europa bianca e cristiana, aggiornando col cosiddetto “Piano Kalergi”, un’altra falsa attribuzione, come il vecchio arnese dei Protocolli dei Savi di Sion, che documenterebbe un piano di “sostituzione etnica” attraverso l’immigrazione dall’Africa. Non combattere attivamente tutto questo denuncia un cambiamento profondo delle nostre istituzioni, che sono diventate a-fasciste, abbandonando la natura antifascista della nostra Repubblica. Alla lotta quotidiana sul territorio richiama Simone Pulici, segretario della CGIL Monza e Brianza, e alle buone pratiche che permettono di affermare la convivenza civile e l’affermazione dei diritti di tutti: per questo la CGIL ha convocato per il 5 febbraio prossimo gli Stati generali dell’accoglienza, per affermare anche in campagna elettorale temi ormai ritenuti impopolari come antifascismo e antirazzismo.

Una serata di grandissimo spessore che si è giustamente prolungata, tanto da non lasciare spazio alle tante domande che certamente ha suscitato: prima fra tutte, almeno per quel che mi riguarda, quella sul come risolvere le evidenti contraddizioni della sinistra al governo intorno a queste fondamentali tematiche. Ma certamente vi saranno nuove occasioni, che tutti noi ci impegniamo a seguire per far crescere, con l’informazione, anche la mobilitazione democratica.

 

Gli autori di Vorrei
Carmela Tandurella
Carmela Tandurella

Se scrivere è “scegliere quanto di più caro c'è nel nostro animo”, ecco perchè scrivo prevalentemente di letteratura. Storia, filosofia, psicologia, antropologia, tutte le discipline che dovrebbero farci comprendere qualcosa in più della nostra umanità, mi sono altrettanto care, ma gli studi classici, la laurea in filosofia, anni di insegnamento e una vita di letture appassionate mi hanno convinto che è nelle pagine degli scrittori che essa si riflette meglio. Il bisogno di condividere quello che ho letto e appreso, che prima riversavo nell'insegnamento, mi ha spinto ad impegnarmi prima con ArciLettore, poi, dal 2013, con Vorrei, del cui direttivo faccio parte. Da qualche anno sono impegnata anche nella collaborazione alle pubblicazioni e alle iniziative del Comitato Antifascista di Seregno e del Circolo Culturale Seregn de la memoria, di cui sono attualmente vicepresidente.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.