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Un sistema comunitario di scambio, ideato da DESBri e in funzione da sei anni

 

"C'è una comunità da rammendare, dove riconoscerci come persone (non individui isolati), per tessere relazioni e allacciare sguardi, pensare insieme al bene comune, per compiacerci delle differenze quando gli obiettivi (tanti, anche se non tutti) sono concordi, per coltivare quello che ci fa incontrare non quello che ci divide e smetterla di cannibalizzarci tra i distinguo e le polemiche, e dialogare e dialogare ancora più che dibattere, e per giocare al gioco del dono e della condivisione, e far coincidere le parole con le cose, il dire con il fare (senza che in mezzo non ci sia più, non dico il mare ma, neanche un rigagnolo)… E accendere luci, e tenerle accese e bene in vista, per quando verrà la notte, riempire piccoli granai di solidarietà per quando verrà l’inverno, fare come il colibrì quando la foresta brucia."
(Massimo Angelini)

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 Massimo Angelini a Oreno - Foto di Paola Rizzi 2010 

 


IL nostro viaggio nelle comunità della Brianza prosegue, dopo avere conosciuto l'Associazione Minerva di Concorezzo e la Cooperativa Aeris di Vimercate, in una delle comunità che compongono il Distretto di Economia Solidale della Brianza (DESBri), “Mi Fido di Noi”. Si tratta di uno dei progetti ideati dal distretto e inizialmente nominato Cerco Offro, dove, in una mailing-list che raccoglieva le richieste di decine di famiglie, venivano scambiati beni, informazioni e conoscenze, attraverso il baratto e la relazione di 500 aderenti. 

Nel corso del tempo Cerco Offro si è evoluto e continua ad evolversi, passando da una semplice mailing-list a una più complessa piattaforma online lanciata a maggio 2015. Ne è nata una comunità particolare e parallela alle altre che compongono il popolo DESBri. Uno dei fondatori è Sergio Venezia, per alcuni anni nostro collaboratore nella rivista Vorrei con la sua rubrica Capaci di futuro e che aveva peraltro trattato del tema fido nel servizio Quanti “fidi” costa il bene comune? Tra le numerose iniziative promosse da DESBri la più importante è l'organizzazione dei gruppi di acquisto solidali (Gas) che ha aggregato nel tempo 1000 famiglie per un totale di circa 3000 partecipanti e ha favorito, per ricaduta, anche la possibilità del riuso agricolo di quanto resta del territorio brianzolo non urbanizzato, ricreando una filiera del pane biologico di produzione e consumo locale con il progetto di Spiga & Madia

Abbiamo incontrato tre dei responsabili del progetto Mi Fido di Noi: Micaela Bonfarnuzzo, Gianni Fasciolo e Gianmarco Novi, presso l'Osteria del Dosso del Parco di Monza. Il luogo ha una valenza sentimentale per DESBri, perché si trova a Villasanta, cittadina in cui, alla fine degli anni '90, alcuni giovani si incontrano e cominciarono a maturare insieme sogni e speranze per cambiare il mondo, in coincidenza dei primi allarmi sul tema del riscaldamento del pianeta e dei social forum mondiali, con il tema della globalizzazione e delle ingiustizie sociali. Gli intervistati sono parte delle nuove generazioni di aderenti a DESBri e succedutesi nel corso di venti anni.  

Mi Fido di Noi 

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 Micaela Bonfarnuzzo, Gianni Fasciolo e Gianmarco Novi - Foto di Pino Timpani

 

 Iniziamo con le presentazioni?

Micaela Bonfarnuzzo: Ho 40 anni e sono madre di tre bimbi ancora piccoli. La mia attività principale è quella di mamma. Tuttavia da cinque anni lavoro in part-time, diciamo molto part-time, nei limiti di tempo consentiti dal lavoro di mamma, la sera e nei week-end, in alcuni progetti di welfare dell'Economia Solidale.

Sono progetti di welfare locale?

Micaela Bonfarnuzzo: Si, in Brianza: Mi Fido Di Noi è stato adottato come strumento di aiuto al reddito nel progetto Archimedes, nell'ambito territoriale dei tredici comuni del Caratese e nel progetto Kairos dell’ambito territoriale di Monza.

Si tratta di attività di volontariato?
Micaela Bonfarnuzzo: Il lavoro in Mi Fido Di Noi è stato in parte retribuito. E' volontariato quello del gruppo di acquisto e di altri progetti. Diciamo che solo in alcuni è parzialmente pagato: per fortuna l'Economia Solidale produce anche lavoro. 

Gianni Fasciolo: Sono un ingegnere di 62 anni e abito a Milano. Ho conosciuto DESBri da un paio di anni e sono consigliere di Mag2, una cooperativa finanziaria di Milano che offre finanziamenti al Terzo Settore. Mi occupo di no-profit da 17 anni e attualmente il mio ruolo è di ponte tra Mag2 e DESBri, seguendo in particolare i progetti di Professionisti Solidali, del Fido e altri progetti che sono in gestazione di idee. 

Gianmarco Novi: Ho 41 anni. Sono stato consigliere comunale a Monza per cinque anni del M5S, poi ho accantonato la politica istituzionale e ho intrapreso un percorso lavorativo nell'economia circolare. Da tre anni sto conducendo a Monza insieme ad altri soci la Ciclofficina Rinnova, un'attività molto più sociale che profit che ha come finalità principale diffondere l'uso della bicicletta come mobilità morbida, ecologica e sostenibile, introducendo anche mezzi con pedalata assistita che possono essere un ottimo sostituto di altri mezzi a trazione meno ecologici e sostenibili. Conduco in parallelo una seconda attività che si occupa di microfiltrazione e trattamento dell'acqua domestica il cui principale intento è ridurre la produzione di plastica e migliorare l'uso dell'acqua pubblica. Sapevo dell'esistenza del DESBri, ma non avevo avuto occasione per conoscerlo direttamente, finché Sara Didoni che è la coordinatrice del progetto Mi Fido di Noi mi ha coinvolto e appassionato a partecipare. 

Di cosa ti occupi esattamente nel progetto?

Gianmarco Novi: Da un paio di anni mi sono interessato al concetto di convenzione sociale per lo scambio di beni, merci e servizi. Quello che emerge dagli studi fatti è che il denaro è una convenzione che si può ribaltare: la comunità si può mettere d'accordo con altri modi per riuscire a usufruire di quanto serve. Modalità che possono essere più a misura d'uomo e con maggiore attenzione alle persone, ai bisogni reali e all'ambiente.

Intendi dire concentrarsi sui bisogni reai e meno su quelli superflui o indotti?

Gianmarco Novi: Si, cambiare paradigma: uscire da determinate convenzioni che hanno come sequenza meccanica lavorare per consumare e troppo spesso sprecare.

 

Il progetto nasce da un gruppo pilota creato per DESBri da Sergio Venezia e Sara Didoni, ideatrice nel 2009 della mailing-list 

Di cosa vi occupate in Mi Fido Di Noi?
Micaela Bonfarnuzzo: Il progetto nasce da un gruppo pilota creato per DESBri da Sergio Venezia e Sara Didoni, ideatrice nel 2009 della mailing-list Cerco Offro e poi diventata referente del progetto del Fido. La maliling-list funzionava sostanzialmente per lo scambio di beni. Le prime a fruirne sono state le mamme, scambiandosi vestiti e oggetti per bambini. Poi si è allargata e ha coinvolto più persone. Lo strumento, ha funzionato molto bene, fino a scambiare una decina di richieste al giorno e coinvolgendo 500 persone.

 

Come funzionava?

Micaela Bonfarnuzzo: Rivolgendosi a una platea di una certa consistenza e in grado di generare benefici, perché in genere le richieste erano velocemente e anche abbastanza soddisfacentemente esaudite. Però, se da una parte si trovava facilmente ciò di cui si aveva bisogno, dall'altra c'era un onere da parte di chi doveva gestire e moderare gli annunci. Era diventato difficile sostenere la bilateralità innescata dal baratto. 

Per esempio, se veniva postata la richiesta di pattini a rotelle, poteva creare difficoltà?

Micaela Bonfarnuzzo: Possiamo dire che a una offerta di pattini a rotelle, non si riusciva a trovare un altro oggetto corrispondente in valore e che potesse servire alla persona offerente. Così era diventato un classico che a un offerta di pattini rotelle, si barattasse una bottiglia di vino, divenendo di fatto uno scambio non paritario: chi doveva operare il baratto era spinto a ingegnarsi per trovare qualcosa di valore più corrispondente possibile. 

C'è però una differenza tra il valore di mercato di una merce e il suo valore d'uso. Gli scambi non tenevano conto di questo?

Gianmarco Novi: In realtà si: hai fatto l'esempio di pattini a rotelle, mia figlia di sei anni ne ha un paio, ma l'anno prossimo non li potrà più utilizzare, perché il suo piede sarà più grande e quindi li dovremmo gettare e in conseguenza non avrebbero più nessun valore. L'esistenza di una rete di scambi invece gli conferisce valore, passandoli di mano a chi ne ha necessità di fruirne e nello stesso tempo allungando la vita del prodotto che altrimenti finirebbe, magari ancora nuovo e funzionate, in discarica. 

Il concetto era chiaro ai partecipanti della mailing-list?

Micaela Bonfarnuzzo: Era molto chiaro, tanto che le persone entravano nella mailing-list tramite il passa parola e la conoscenza diretta ed erano tendenzialmente predisposte al consumo consapevole. Di queste 500 persone una buona parte aveva la consapevolezza completa delle finalità dello scambio in termini di ecologia. Diciamo che prima di smaltire in piattaforma ecologica, almeno si provava a offrirli alla rete. C'era comunque molto radicato il concetto che un bene, non più utile o necessario, potesse servire ad altri. Siamo arrivati a scambiare anche oggetti voluminosi come tavoli, librerie, lavatrici e altro. Mi è capitato di donare un divano che è servito a un'associazione. 

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Al centro, Sergio Venezia al convegno sul clima di Cuggiono, febbraio  2019  -  Foto di Pino Timpani

 

lo scambio assume un valore di etica sociale e solidale e quindi capita che si va incontro alle persone che hanno bisogno 

Gli oggetti di scambio sono ancora funzionali o prossimi al ciclo terminale?

Gianmarco Novi: Sono, devono essere in buono stato. C'è un aspetto che va considerato e che all'interno della rete è importante: Micaela avrebbe potuto mettere un annuncio del divano su Subito.it o su ebay, però così avrebbe praticato un tipo di economia convenzionale. Invece attraverso la mailing-list lo scambio assume un valore di etica sociale e solidale e quindi capita che si va incontro alle persone che hanno bisogno, in questo caso del divano, ma al momento non dispongono di denaro, perché per coincidenza lo devono utilizzare per altre cose prioritarie. Nella attuale piattaforma ci sono stati casi di persone che hanno messo a disposizione la loro casa per il soggiorno in montagna a famiglie che altrimenti, in un sistema di economia convenzionale, non avrebbero potuto permetterselo. 

Con quale modalità si svolge questo particolare scambio?

Micaela Bonfarnuzzo: Nel caso specifico, usufruendo della casa per qualche giorno, si corrisponde alla persona che la offre una quantità di fidi stabiliti. 

Come si è evoluto il livello qualitativo degli scambi?

Micaela Bonfarnuzzo: La mailing-list inizialmente era una formula semplice dedicata al baratto con il coinvolgimento delle persone, Mi Fido di Noi ha invece elaborato, attraverso una fase di incubazione durata alcuni mesi, un progetto più complesso, assimilando altre funzioni sociali. Una è stata l'introduzione di una sorta di Banca de Tempo: si è partiti dal riconoscimento del tempo come ricchezza comunitaria e personale, creando una unità di valore che è il fido, equivalente a 6 minuti. Questa unità di valore può venire attribuita a un oggetto usato, a un servizio, a una consulenza o a una conoscenza. Attraverso il sistema si esprimono: la reciprocità tra le persone, poiché un'ora lavorata è uguale per tutti senza distinzione di qualifica; la mutualità, poiché grazie al conto in fidi è possibile ottenere un servizio che non si potrebbe altrimenti pagare o noleggiare, o comperare uno strumento o un oggetto che non si potrebbero altrimenti acquistare. Nel periodo di crisi lavorativa, iniziata negli anni scorsi, si è pensato che le persone in disoccupazione o in cassa integrazione potessero utilizzare parte del loro tempo mettendo a disposizione nella rete saperi e professionalità. 

Questo sempre fuori dal contesto delle istituzioni pubbliche?

Micaela Bonfarnuzzo: Inizialmente si. Poi gradualmente abbiamo iniziato a lavorare in concerto anche con loro. 

Gianni Fasciolo: Nei momenti di crisi economica, come quelli chi stiamo attraversando, in cui ci sono ristrutturazioni aziendali e lavoratori sottoccupati, la creazione di strumenti come questo aumenta le possibilità di scambio e di ottenimento di valore d'uso, immettendo fluidità in un ambito lavorativo bloccato. Dà la possibilità alle persone di rendersi utili offrendo il tempo disponibile. 

Gianmarco Novi: Dà anche un valore di relazione: nel caso proposto come esempio dei pattini a rotelle a cui si barattava una bottiglia di vino, con Mi Fido di Noi e l'associazione DESBri si è andati oltre e chi mette a disposizione i pattini guadagna un credito di riconoscimento della comunità che può essere ripagato anche con un servizio o prestazioni lavorative e altre forme: dal prendersi cura dei bambini, all'insegnamento di uno sentimento musicale come la chitarra. 

Un valore sociale e di relazione che permette alle persone di conoscersi e di interagire all'interno di una comunità  

Uno scambio di conoscenza e di cultura?
Gianmarco Novi: Un valore sociale e di relazione che permette alle persone di conoscersi e di interagire all'interno di una comunità. 

Nella comunità questo valore è compreso da tutti?
Micaela Bonfarnuzzo: Il concetto viene capito facilmente. Passare alla pratica di ricevere e dare della mailing-list a Mi Fido di Noi richiede più impegno. Ci sono una serie di paletti: innanzi tutto bisogna iscriversi all'associazione. 

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Via Mazzini a Villasanta - Foto di Pino Timpani

 

Quindi le pratiche hanno una regolamentazione precisa se non burocratica. Non si tratta di uno scambio classico come poteva essere, per esempio nella cascina che esisteva qui davanti 80 anni fa, sulla Roggia dei Mulini Asciutti, dove il relazionamento avveniva in forma spontanea, quasi naturale?

Micaela Bonfarnuzzo: E' un'altra cosa: la prestazione di un servizio nella società attuale ha un valore di mercato ed è remunerata in denaro. La nostra comunità invece si regola in altro modo. A differenza della vecchia corte non tutte le persone dell'associazione si conoscono direttamente, perché ha un raggio territoriale più esteso. L'appartenenza alla stessa associazione media l'incontro e la relazione di scambio tra persone che non necessariamente si conoscono. 

Quali sono gli altri paletti?

Gianmarco Novi: Con l'iscrizione sarà prevista anche un'assicurazione completa di infortunio e altre regole per rendere funzionale e sicura l'appartenenza all'associazione, nonché permettergli di accogliere una platea sempre più numerosa di componenti e soprattutto di scambi. Il nostro obbiettivo è di aumentare, di estenderci nella società, di creare un valore sociale ed economico consistente. 

Gianni Fasciolo: aumentando gli scambi a un certo punto si raggiunge una massa critica e diventa meno necessario il baratto bilaterale diretto: non siamo più nel livello dei pattini in cambio del vino o di altri oggetti che magari non sono direttamente utili e corrispondenti, ma si passa a un livello più complesso. 

Micaela Bonfarnuzzo: Il sistema è configurato con un accredito di fidi: si prendono i pattini a rotelle e si pagano in fidi. L'incremento della quantità di fidi circolanti permette alle persone che hanno acquisto fidi di avvalersi di servizi e prestazioni corrispondenti. 

Quanti sono ora i partecipanti?
Micaela Bonfarnuzzo: L'associazione ha 170 aderenti. Rispetto alla mailing-list sono diminuiti: si deve passare un primo step con l'iscrizione e poi un secondo con l'entrata nella piattaforma digitale e a un sistema simile a quello bancario, con conti correnti dei fidi. Il sistema si appoggia alla Rete di Mutuo Credito, un’organizzazione reticolare di circuiti composti da aziende e privati. Abbiamo introdotto una serie di piccole variazioni che hanno prodotto una selezione di ingresso. I flussi sono ora gestiti dalla piattaforma digitale e vi si può accedere da mobile con una versione della piattaforma per smartphone. 

Gianmarco Novi: La piattaforma è strutturata con l'impostazione di comunità: quando si accede si entra in uno spazio dove, oltre agli scambi di servizi e oggetti, sono condivise una serie di informazioni utili e altre funzioni. Sono possibili anche il noleggio e il dono. Nel caso del dono viene riconosciuto un fido per chi dona e un fido per il sistema. La donazione è importante per la comunità perché aggiunge valore nel flusso degli scambi. 

 

Molte persone concepiscono la socialità come un qualcosa dove immettere un valore, senza dovere ricevere altro in cambio 

Micaela Bonfarnuzzo: Ho con me le ultime statistiche rilevate dal sistema: il 35% degli annunci pubblicati riguardano una ricerca; il 24% un'offerta; il 16% un'informazione data alla comunità; il 13% una ricerca di servizi; l'11% una donazione. Come si vede il dono ha un dato significativo, Molte persone concepiscono la socialità come un qualcosa dove immettere un valore, senza dovere ricevere altro in cambio.

 

La comunità della piattaforma è composta da resistendi in Monza e Brianza?

Micaela Bonfarnuzzo: La maggioranza si e con una prevalenza di aderenti femminili. Ci sono però anche residenti della provincia di Lecco e di Como e alcuni della provincia di Milano. Questo perché, come si diceva, ci sono state alcune esperienze di affiancamento a progetti istituzionali: uno è stato nel Caratese, territorio di confine e l'altro a Monza. In queste situazioni si sono inseriti nella comunità alcuni operatori, nella prospettiva di inglobare nel progetto sistemi di welfare locali. 

Il territorio interessato sarebbe nel centro-nord della Brianza?

Micaela Bonfarnuzzo: Il progetto è nato a Monza, ma poi ha avuto propaggini verso Gorgonzola e a nord della Brianza. 

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Mi Fido di Noi incontra le partite Iva, ottobre 2018

  

Avete una strategia per lo sviluppo ulteriore della comunità?

Micaela Bonfarnuzzo: Stiamo pensando di includere, oltre alle persone fisiche che si trovano attualmente ad aderire come formula e assetto sociale, anche i soggetti economici delle partite Iva, riprendendo l'evoluzione di altre comunità solidali presenti in Italia che sono nate partendo da scambi tra soggetti economici. 

Sono modalità di scambio differenti?
Micaela Bonfarnuzzo: Ci potrebbe essere una falegnameria che fa pagare il 70% in euro e il 30% in fidi o una società di servizi che eroga i servizi con il 20-25% del pagamento in fidi. Si tratta in realtà di uno sconto almeno del 20% o 30% che però continua a circolare all'interno della comunità sotto il nome di Fidi. Il nostro obbiettivo è aumentare il valore e il volume degli scambi. Inserendo realtà economiche, potrebbe di conseguenza portare anche un aumento più consistente di persone coinvolte nella comunità. 

Gianni Fasciolo: Per partita Iva si intende non solo un individuo con partita Iva, ma più in esteso un soggetto giuridico: associazione, cooperative sociali, artigiani come il panettiere, il gelataio, o una ciclofficina, chiunque eserciti un mestiere e che entra non con l'interesse di barattare pattini a rotelle, ma comunque non con l'interesse prevalente del profitto. 

Non c'è una contraddizione con l'etica dell'economia solidale?

Gianni Fasciolo: Ci sono alcuni concetti da chiarire. Il primo è che questo sistema mette in campo una valorizzazione di quello che si produce e si scambia, senza utilizzare una moneta a debito. Nel nostro sistema il Fido è interessato a scambiarlo in oggetti e servizi che hanno un valore d'uso, più che un valore di scambio e quindi aiuta la circolazione dell'economia. Inoltre fa da freno all'economia della grande distribuzione, con tutte le qualità negative a seguito: destrutturazione delle filiere e del lavoro, aumento dello sfruttamento, peggioramento della qualità ecc. Nel nostro caso il profitto resta alla comunità. Esistono esperienze a livello mondiale di comunità di scambio e monete locali che sono state un aiuto in situazioni di crisi. 

Gianmarco Novi: Ovviamente i soggetti economici saranno selezionati: sia in base ai progetti e ai prodotti consoni ai nostri requisiti e sia per l'attenzione e la sensibilità verso problematiche sociali e del territorio. Questo è un ulteriore passo in avanti che andiamo a compiere: siamo partiti da una mailing-list, poi abbiamo creato una piattaforma efficiente e ora proviamo a implementarla dopo averla ulteriormente migliorata. 

Pensate di più a un miglioramento tecnologico della piattaforma o concettuale della comunità?

Gianmarco Novi: Entrambi: sono complementari tra loro. Miglioriamo la tecnologia del software di una piattaforma particolare, pensata per lo scambio, ma principalmente utile a mettere in comunicazione le persone del territorio tra loro, in modo diretto e favorire la socializzazione. 

Micaela Bonfarnuzzo: Con questo il progetto compie un salto evolutivo e richiede una maggiore responsabilità personale. Diventa fondamentale riconoscere la comunità come un luogo di reciprocità e di soluzione dei bisogni individuali.

 

I link del progetto:

DESBri desbri.org

Mi Fido di Noi desbri.org/progetti/mi-fido-di-noi

Rete di Mutuo Credito retedimutuocredito.it/

 

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.