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In questo servizio provo a tracciare una memoria del ruolo che avuto lo scomparso Claudio Colombo, ultimamente assessore al territorio a Villasanta, in merito al contributo che ha dato alla nostra comunità. Non solo, quindi, come valore umano, ma come concretezza di fatti e azioni che hanno lasciato un segno e anche un insegnamento.

 

Ho conosciuto Claudio Colombo nel 2009, in una riunione di redazione della Rivista Vorrei, presso la sede del CCR di Monza, in cui era era stato casualmente ospite. Aveva infatti accompagnato la sua collega, avvocato Emanuela Beacco, che ha fatto parte per qualche anno della redazione e dell'associazione che la edita, L'Associazione Culturale Vorrei. 

In quelle poche parole scambiate nella circostanza, avevo immediatamente intuito che si trattava di un ottimo professionista, un avvocato del Foro di Monza specialista in cause amministrative, amico e collega di Emanuela che era a sua volta esperta nel ramo delle cause ambientali e urbanistiche. Poche parole, misurate e attinenti, molta umiltà e rispetto per gli interlocutori. Non era facilmente incasellabile e catalogabile nelle fazioni politiche, nel senso che sposava certamente i valori principali della sinistra politica, ma non per questo era appiattito a concezioni preconcette, schematiche o settarie: traspariva un pragmatismo molto aderente alla realtà, ma anche ancorato a valori morali e ideali centrati sulla legalità. 

Assessore a Monza 

Qualche anno dopo, nel 2012, fu scelto dall'Amministrazione di Roberto Scanagatti per gestire da assessore un delicatissimo passaggio per l'approvazione del secondo Pgt di Monza. Il primo aveva infatti avuto un iter molto travagliato, perché fu iniziato durante l'amministrazione di Michele Faglia (2002-2007) con ancora vigenti le previsioni del vecchio piano Prg 1971 (300 mila abitanti e conseguenti volumetrie). Mentre era in corso la variante generale, la Regione Lombardia aveva varato (2005) la nuova legge urbanistica  (L.R. 12 - 2005, Piano di Governo del Territorio) che modificava radicalmente procedure e finalità dei piani del territorio lombardo.

 

majoli viganò 200201028 Gli architetti Giorgio Majoli e Alfredo Viganò - Foto di Pino Timpani

 

Il piano di Michele Faglia, redatto materialmente dall'assessore Alfredo Viganò, urbanista storico brianzolo, già Sindaco di Muggiò per due mandati, dovette in corso d'opera tramutarsi da Prg in Pgt. Questo fece perdere molto più tempo del previsto, tanto che il mandato dell'amministrazione Faglia si concluse con solo un primo passaggio dell'iter del nuovo Pgt, l'adozione, a cui avrebbe dovuto seguire l'approvazione nei sei mesi successivi. Il piano fu quindi ereditato dall'amministrazione subentrata di Marco Mariani, sindaco leghista del centrodestra  che lo approvò nel novembre 2007.  Ma subito dopo Mariani avviò  un procedimento per rifarlo. 

Il motivo di fondo è da addebitarsi in toto alla famosa questione “Cascinazza”, ovvero una battaglia storica che ha visto contrapposte le fazioni di centrodestra e centrosinistra fin dagli anni '80.  Stiamo parlando di un mastodontico interesse edificatorio sull'ultima area agricola rimasta a sud di Monza. L'area era divenuta proprietà della famiglia Berlusconi nel 1980 che a più riprese aveva tentato di realizzare un progetto di insediamento massiccio, per migliaia di nuovi abitanti. Con il piano del 2007 improntato da Alfredo Viganò, forte di alcune sentenze favorevoli del Tar Lombardia, ma anche della giustizia civile, le volumetrie di quell'area erano state ridotte a un terzo delle pretese richieste. 

Per questa ragione il piano di Viganò fu tenuto fermo nel tentativo di smontarlo. Ne venne fuori una variante di Mariani, non poco raffazzonata e complicata, in cui si prevedeva per Monza un aumento di 30-40 mila abitanti in cinque anni. Quel piano fu adottato nel novembre 2011,  poi decadde nel marzo 2012  e venne in tutta fretta riadottato  poco prima delle elezioni comunali, poi vinte dal centrosinistra di Roberto Scanagatti. 

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Giorgio Majoli e Claudio Colombo - Foto di Pino Timpani

 

Claudio Colombo fu quindi chiamato dal nuovo sindaco a gestire una situazione, molto complicata, venutasi a creare con l'adozione del piano (variante farlocca, secondo Alfredo Viganò) perché questo era evidentemente artificiale e, potremmo dire forzato e pompato nelle previsioni del numero degli abitanti e nelle edificazioni sulle areee agricole. Il motivo era abbastanza palese: venivano aumentate a dismisura le previsioni, perché con questo si aggiravano le norme che riportavano meno volumetrie edificatorie alla Cascinazza. In poche parole, per accontentare i desideri della famiglia Berlusconi, principale sponsor dell'amministrazione in carica, si era creato un piano impossibile che sicuramente avrebbe avuto una serie di bocciature dalla stessa Regione Lombardia, nonostante questa fosse amministrata dal centrodestra, perché le norme della legge n°12 stabiliscono una rispondenza coerente nel Pgt tra i tre livelli di piano: piano delle regole, piano dei servizi e documento di piano. Una città con altri 30-40 mila abitanti, avrebbe dovuto prevedere un piano di servizi superiore a un terzo di quelli attuali, prospettiva del tutto irrealizzabile. 

Allora Claudio Colombo ha compiuto il capolavoro amministrativo della sua vita, in un impresa difficile, in cui da una parte doveva difendersi dalle contestazioni degli agguerriti comitati civici, dall'altra dalle richieste degli operatori che avevano avuto campo libero a edificare l'impossibile.  La mossa decisiva fu la revoca, fatta subito dopo l'insediamento nel marzo 2012,  della variante urbanistica di Mariani che venne eliminata da una delibera di Colombo e Scanagatti. Una situazione che si tradusse per conseguenza in battaglie legali con decine di ricorsi al Tar. Qui l'intervista del 2015.

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Documento di Inquadramento di Monza

 

Ma la scelta risolutiva a questo groviglio, fu di affidare il piano, ripreso con una variante di piano, alla visione del gruppo di urbanisti del professore del Politecnico di Milano Arturo Lanzani, che insieme a Christian Novak, avevano dato prova di efficacia pratica e contestuale nel Pgt di Desio di qualche anno prima, città che aveva avuto problemi simili a Monza e in cui erano riusciti a cancellare ben 1 milione di metri cubi di previste nuove edificazioni, fatte dall'amministrazione precedente. Una scelta intelligente, compiuta da Claudio Colombo in cui ha dimostrato coraggio e soprattutto una visione moderna e attenta al territorio, supportato al meglio dallo staff tecnico del comune, diretto dall'arch. Pino Riva e con l'aiuto di una task force di urbanisti tra in più avanzati della Lombardia e non solo che peraltro ottenne il riconoscimento di un premio: il progetto per il Documento di Inquadramento di Monza fu premiato nell'ambito del concorso RI.U.SO. 03 - Città e Rigenerazione Urbana promosso da Cnappc, Saie 2014, Ance, Legambiente e e Anci. 

Prima di giungere a questo encomiabile risultato e prima dell'intervista linkata sopra, mi era capitato di incontrami altre volte con Claudio Colombo, tra cui quella nella sessione preliminare del progetto PANE (Parco Agricolo Nord Est) promosso tra gli altri dall'associazione di cui ero presidente (Associazione per i Parchi del Vimercatese) avvenuta a Palazzo Trotti in Vimercate. Avevamo tentato di far inserire anche Monza nel progetto di grande parco, perché aveva una porzione di terreno comunale nel Parco della Cavallera. In questo contesto si rivelò attento e propositivo, ma per una serie di ragioni tecniche, il Comune di Monza dovette uscire dal Plis e nonostante questo, Claudio Colombo dimostrò con i fatti di aver capito l'importanza di circondare le città con parchi ed aree agricole vincolate. Infatti fu uno dei promotori e sostenitori per l'istituzione del Parco Medio Valle Lambro, connessione ambientale tra i comuni di Brugherio, Cologno e Sesto e con l'avvio dell'iter di adesione, a ovest di Monza, delle aree agricole monzesi confinanti con Muggiò e Cinisello, con il Parco Del Grugnotorto.

 

 Uno dei tavoli preliminari del progetto PANE - Foto di Pino Timpani

 

Da Monza a Villasanta 

Prima di scrivere questo servizio, ho contattato il Sindaco di Villasanta perché, essendo il principale artefice della sua successiva esperienza Villasantese, ho ritenuto importante riportare il suo pensiero, visto dal lato umano e non solo amministrativo. Luca Ornago mi ha fatto pervenire questa nota che riproduco integralmente: 

“L’aver collaborato con Claudio Colombo, in qualsiasi contesto, fosse in sede di riunioni di Giunta o di riunioni con privati cittadini o colloqui personali, è stato un “esercizio di libertà”. Perché lavorando con Claudio è stato facile recepirne la forza delle idee; è stato facile e costruttivo osservare e interpretare il territorio di Villasanta (e il suo sviluppo) senza preconcetti o retaggi; è stato facile comprendere, una volta di più, che la conoscenza del diritto (nel suo caso “amministrativo”), se unita all’onestà dell’uomo, equivale al godimento dei tuoi diritti. O perlomeno a questa forte sensazione. Insomma, conoscere Claudio è stato bello. Umanamente bello. Poi ci sono stati i benefici pratici: il suo metodo di lavoro, la professionalità, l’esperienza politica, la logica del servizio senza condizionamenti, la capacità di sfuggire la polemica, la disponibilità. Tutte parti di un fortunato regalo di cui ho beneficiato e per il quale ringrazio ancora (e ringrazierò sempre) quando penso alla sua figura”. 

Storia di un incontro e di una delega assessorile 

L'incarico di Claudio Colombo a Monza si era concluso nel 2017, dopo la vittoria alle elezioni di Dario Allevi, attuale sindaco di Monza. Nel frattempo a Villasanta, il Sindaco Luca Ornago, che aveva tenuto tra le proprie deleghe anche quella dell’Urbanistica dall’inizio del suo mandato, dal 2014, fino al novembre 2017 quando, in previsione di avviare il processo di Variante al Pgt, chiamò Claudio Colombo in Giunta in qualità di Assessore esterno con delega, appunto, all’Urbanistica. I due, sino a poco tempo prima, non si erano mai incontrati e non si conoscevano affatto. Luca Ornago ne aveva sentito parlare da altri colleghi sindaci che gli avevano descritto le sue qualità di serio e competente amministratore. 

Il primo contatto tra Luca Ornago e  Claudio Colombo risale a soli tre mesi prima della formalizzazione dell’incarico, all’agosto 2017. Il forte feeling tra loro era maturato nell’arco di 15 giorni attraverso una telefonata fatta dal Sindaco all’inizio del mese e un incontro a Villasanta. 

Una chiacchierata, con oggetto il “progetto amministrativo” della Lista civica Cittadini Per Villasanta e l’imminente obiettivo della Variante al Pgt, è stata sufficiente per convincere l’ex assessore della Giunta monzese guidata da Roberto Scanagatti. Colombo ha cominciato da subito ad interessarsi del lavoro, in attesa della formalizzazione della delega, arrivata in Consiglio Comunale dopo il consueto iter procedurale. Va detto che la scelta del Sindaco (e solo del Sindaco) non era passata facilmente all’occhio dell’opinione pubblica. Era stata criticata dalle minoranze ma non solo, vuoi per la “non villasantesità” di Colombo, che non avrebbe garantito un’adeguata consapevolezza del territorio, Claudio Colombo era residente in Vedano al Lambro, a 2 km da Villasanta (!); vuoi per una presunta imposizione politica della scelta: da un esponente della minoranza si era levata l'insinuazione che fosse stato imposto dal Pd, illazione del tutto priva di fondamento, perché Claudio Colombo faceva parte a Monza di una lista civica di sinistra in competizione con il Pd. Tutto questo è stato smentito dai fatti, alla luce di una Variante al Pgt di marcata valenza ambientale e lungimiranza attuativa e alla verificata estraneità di Colombo e di Ornago a sudditanze partitiche.

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Carlo Sormani, capogruppo di Cittadini Per Villasanta e Claudio Colombo - Foto di Pino Timpani

 

L'Urbanistica di Colombo a Villasanta 

Dal punto di vista puramente tecnico il passaggio di Claudio Colombo nell’amministrazione pubblica villasantese è ben schematizzato anche dalla contabilità delle azioni di Piano contenute nel Pgt adottato e poi approvato nel 2019. Piano a cui il sottoscritto ha partecipato attivamente: sia in qualità di aderente alla lista civica Cittadini Per Villasanta, promuovendo assemblee pubbliche della lista, insieme agli altri membri del coordinamento, con lo scopo di avviare una vasta discussione preliminare sui contenuti; sia alla sezione partecipata istituzionale, prevista dalla legge n° 12, in tutte le assemblee pubbliche condotte dall'amministrazione nei quartieri di Villasanta; sia collaborando con associazioni a presentare osservazioni nella sezione procedurale dedicata. Il tutto è riportato nel sito del Comune di Villasanta, consultabile on-line. 

Consumo di suolo:
la Variante al Pgt voluta dall’Amministrazione Ornago e curata dall’Assessore Colombo, non solo non ha comportato ulteriore consumo di suolo, ma addirittura ha licenziato un “bilancio del consumo di suolo” positivo, avendo eliminato una serie di previsioni insediative e infrastrutturali e avendo trasformato le suddette aree in tessuto agricolo. 

In cifre, il bilancio della Variante al Pgt è questa:
-Aumento consumo di suolo mq 657
-Riduzione consumo di suolo mq 161.532
-Bilancio positivo mq 160.875 

Verde pubblico:
a valorizzare ulteriormente il bilancio positivo di consumo di suolo, i servizi senza consumo di suolo (i parchi pubblici, le aiuole, aree di sgambamento cani, gli orti urbani, le aree di riequilibrio ecologico e gli impianti sportivi scoperti) ammontano a quasi 280.000 mq di cui oltre 240.000 mq già attuati. A questi si aggiungono tutte le aree verdi che verranno cedute dagli ambiti di trasformazione (stimabili in circa 160.000 mq). 

Il miglioramento della qualità ambientale, pur in un contesto altamente urbanizzato come quello di Villasanta, è stato un punto fermo della logica di approntamento del Piano seguita da Colombo in ossequio alle linee di indirizzo della Giunta Ornago. 

Servizi:
la Variante al Pgt curata da Colombo ha evidenziato bene la necessità di avviare una riqualificazione urbana complessiva di Villasanta anche mediante il rafforzamento della politica dei servizi, al fine di far diventare Villasanta attrattiva nei confronti della popolazione giovane, invertendo il processo di progressivo invecchiamento della popolazione residente.

Il dimensionamento complessivo delle aree per servizi del Pgt vigente è stata posta al di sopra dei minimi previsti dalla Legge Urbanistica Regionale; dato che ha sposato due necessità urbanistiche rilevate per Villasanta:

  • la necessità di avviare un processo di riqualificazione paesaggistica e ambientale del territorio comunale, in grado di risultare favorevole alle logiche localizzative delle aziende produttive;
  • la necessità di dare forma alla rete ecologica comunale. 

Riattivazione delle grandi aree degradate,
in parte connessa al tema del consumo di suolo è la strategia legata alle grandi aree degradate che, purtroppo, caratterizzano punti specifici e importanti del territorio di Villasanta: 

1) Area nord. La scelta è stata quella di ricondurre una larga parte dell’area abbandonata alla condizione agricola, in senso ambientale più che produttivo. La restante parte viene invece inserita come area per servizi al fine di consentire la realizzazione delle strutture che erano originariamente previste e mai realizzate a cura del privato. Il Piano ha proposto una strategia finalizzata a sbloccare la situazione di stallo in cui versa da anni il procedimento. La scelta, particolarmente importante, perché investe il Comune di un ruolo primario nella riqualificazione dell’area, assegnando alla parte edificata una classificazione “pubblica”e quindi con attore principale il Comune stesso. 

2) Comparto industriale sud (area ex Lombarda Petroli). E' stato diviso il comparto in due ambiti di trasformazione affinché possano svilupparsi in modo indipendente, seppur all’interno di un telaio comune. Per entrambi è stato proposto un futuro “industriale”, che sostanzia la linea strategica della difesa della piattaforma produttiva locale. L’idea è che in un comparto così grande possano trovare collocazione realtà economiche di nuova generazione e che quindi si possa creare una Area Produttiva Socialmente ed Ecologicamente Attrezzata. In pratica un sistema produttivo integrato che mette in sinergia le infrastrutture e le attività per creare un cluster all’interno del quale sviluppare una nuova modalità di lavoro. Un luogo di lavoro al quale sono associati i servizi agli addetti, di qualità ambientale, rispettoso degli elementi ecologici. 

3) Ex tintoria Rossi Simeoni. La scelta è stata in questo caso strategica sia per la collocazione dell’area dismessa (sul Lambro e di fronte al Parco di Monza) sia perché la previsione di Pgt precedente proponeva il trasferimento dell’edificazione nel grande spazio verde di via Buonarroti. La nuova proposta ha previsto la riqualificazione in loco dell’area e il mantenimento a parco di quartiere dell’area di via Buonarroti. L’intervento è ulteriormente importante perché concretizza l’obiettivo di aumentare la permeabilità del Parco di Monza e di creare nuovi collegamenti con Villasanta.

 

Conclusioni

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Gli Amministratori, Cittadini Per Villsanta, il giorno dell'insediamento del secondo mandato - Foto di Pino Timpani 

 

Nel dare saluto al compianto Claudio Colombo, mi sento di raccogliere in questo servizio, come spiegato all'inizio, tutti quegli elementi e contributi che ci sono stati d'aiuto e possono rendere questa esperienza qualcosa di più di un semplice ricordo. E' un modo di produrre maggiore sensibilità e coesione della nostra comunità sui temi complessi come l'Urbanistica. Ritengo opportuno sottolineare la figura di Claudio, perché è stata abbastanza forte e salda da sopportare quei piccoli ostracismi, fatti da diffidenze preconcette, da reminiscenze della vecchia cultura campanilista, quella che divide un paese dall'altro contiguo. La sua presenza ci ha dato anche un buon contributo politico, facendoci superare alcuni schemi stereotipati del modo di confrontarsi ormai venusti.

 

Grazie Claudio!

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.