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Dossier: Braccia ridate all'agricoltura. Intervista a Marco, musicista ed ex informatico, "illuminato" dalla sua nuova vita a contatto con la natura

 

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a quanto tempo frequenti la Scuola Agraria del Parco di Monza? Da cosa nasce questa decisione?
L’ho frequentata da Settembre 2012 a Marzo del 2013, mese in cui mi sono diplomato.
La decisione di dedicarmi all’agraria nasce da 13 anni di “frustrazioni informatiche”. Spiego meglio: per 13 anni ho lavorato nel campo dell’informatica e dell’automazione industriale e una serie di circostanze mi hanno portato a decidere di ricominciare da zero in un campo che ti permettesse di lavorare a stretto contatto con la terra. Ne ho sentito l'esigenza e il richiamo.

Perché hai scelto proprio su questa scuola? Quante alternative hai vagliato sul territorio?
Ho fatto una breve ricerca dalla quale sono emerse 2 possibilità: la Scuola Agraria di Monza e quella di Minoprio. La mia scelta è ricaduta sulla prima perchè, da molti, ritenuta migliore. Nonostante i pareri, comunque, so che sono entrambe scuole con un altissimo livello di preparazione.

Quale corso hai scelto? Come mai?
Ho scelto il corso di 800 ore di “Giardiniere professionista e manutentore di spazi verdi” (il semestre autunno/inverno) perché mi avrebbe dato un'importante infarinatura generale sulla professione del giardinaggio, fornendomi anche un'ampia prospettiva sui rami lavorativi che offre.

Come si sposa il contesto del Parco di Monza con l’approccio offerto dalla Scuola?
Direi ottimamente. La maggior parte delle lezioni si svolgono proprio all'interno del Parco di Monza, quindi a stretto contatto con la natura e cominciando a sviluppare una maggiore sensibilità per il verde attraverso un approccio molto pratico.

 

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Cosa hai imparato?
In soli 6 mesi mi sembra di avere una maggiore consapevolezza di ciò che ci circonda, della sua bellezza e della sua importanza. Ho passato ore non solo ad apprendere nozioni, ma ad essere investito dalla passione che i docenti mettono nel proprio lavoro. Botanica, Agronomia, Riconoscimento di Alberi e Arbusti, Tree Climbing, Abbattimento, Storia del Giardino, Progettazione, Arboricultura, Impianti di irrigazione, Innesti, Potature e Uso dei macchinari sono soltanto alcune delle materie. Faccio ancora fatica a riconoscere molte specie tra alberi e arbusti, ma rispetto a 6 mesi fa mi sento “illuminato”! Tutt'ora che la scuola è finita sto continuando a studiare grazie alla passione che mi hanno trasmesso quei professionisti del settore ed il fatto di aver conseguito lì un diploma mi sta dando la possibilità di affinare le conoscenze pratiche e teoriche acquisite, presso importanti e ricchi (di specie) giardini botanici.

E come si inserisce, invece, la scelta di un percorso di questo tipo nel territorio di Monza e Brianza? Lo consideri un territorio fertile (appunto) per questo tipo di attività a livello professionale?
Se consideriamo che Milano è la seconda città più verde d'Italia si può ben capire quanto bisogno ci sia di manutenzione. Ovviamente la questione si estende alla Brianza e a Monza, area industriale, ma da sempre fortemente legate all'agricoltura.

Quali sono le difficoltà di questo ambito, soprattutto relative al territorio di Monza e Brianza?
La difficoltà principale è quella di relazionarsi con persone del settore che non hanno la benché minima competenza e/o conoscenza delle tecniche necessarie ai diversi tipi d'intervento. Ormai chiunque può comprare un tosasiepi e spacciarsi per giardiniere. In realtà è indispensabile avere un bagaglio di nozioni ed è doveroso applicarle. Per questo troppo spesso camminando con la testa in su in Brianza (ma non solo), si incappa in oscene mutilazioni delle piante (chiamate capitozzature) fatte da pseudo-professionisti del verde che non solo recano danno ma ne fanno anche perdere il senso ornamentale che dovrebbero avere.

La prospettiva di lavorare a costante contatto con la natura – intemperie comprese. Ce ne vuoi parlare?
E' stato il primo anno della mia vita in cui non sono stato colpito da sintomi influenzali! A parte questo mi sento di dire che ovviamente è un lavoro molto fisico che ti porta nelle stagioni fredde a lavorare all'aperto, tuttavia l'attività che sei costretto a svolgere ti riscalda.
Di contro, come hai scritto tu, il lavorare a contatto con la natura, osservandone lo sviluppo, è estremamente  gratificante. Nonostante lo sforzo fisico, la mente rimane sempre lucida ed il tempo assume un altro valore.

Leggo sul sito della Scuola alcuni annunci di lavoro: è una strada realmente percorribile?
E' dura. Come ti dicevo c'è molta approssimazione in questo lavoro, quando ci vorrebbero conoscenza e competenza, e il campo è pressoché saturo. E' molto difficile riuscire a lavorare perché i “giardinieri improvvisati” tendono ad abbassare i costi rendendo molto difficile la concorrenza, e in un periodo come questo si fa molta attenzione alle spese. Tuttavia, questo è un campo molto vasto in cui ci si può specializzare ed io rimango ottimista sul fatto che nel nostro paese si tornerà a sviluppare l'agricoltura e che la qualità del lavoro viene sempre ripagata. Abbiamo la fortuna di vivere in una lingua di terra molto fertile e, avendo seguito qualche workshop, vedo che c'è una forte tendenza, in tutta Italia, a formare con più attenzione le nuove generazioni all'educazione ambientale.

I lettori di Vorrei ti conoscono come bassista e cantante della band dei judA. Come è cambiata e come credi potrebbe cambiare la tua vita con l’agraria come prospettiva professionale? Ci sarebbe ancora posto per coltivare le tue passioni?
Per quello ci sarà sempre posto. La musica è una parte di me. E' il modo che ho per parlare di cose che non riuscirei ad esprimere in altro modo. Mi piacerebbe molto fare esperienza, imparare ancora di più e riuscire magari un domani non troppo lontano ad aprire un'azienda agricola in cui produrre ortaggi, essenze arbustive e arboree, piante officinali. Creare un contesto in cui proporre fattorie didattiche per i più giovani e in cui magari far coesistere la bellezza della musica e del giardino.

Ritieni di aver fatto una scelta coraggiosa? È stata compresa da tutti coloro a cui l’hai raccontata?
Non saprei se è una scelta coraggiosa. Forse lo è o forse si rivelerà una scelta incosciente. Alcuni dei miei amici l'hanno definita coraggiosa, in ogni caso devo dire che tutte le persone a cui ne ho parlato si sono rivelate molto felici per me.

Conosci altre persone che hanno fatto la tua stessa scelta?
Il giardiniere da cui ho fatto il tirocinio previsto dalla scuola è un ex tecnico informatico che ha cominciato 7 anni fa a dedicarsi a quest'attività. E' diventato un professionista davvero in gamba ed è riuscito a fare il salto di qualità mettendosi a studiare.
Oltre a lui non conosco nessuno. Credo che oggi, scelte di questo tipo, siano più difficili.

Ti reputi un “convertito”, oppure si tratta di una scelta dettata dalla pura esigenza? Torneresti alla tua vecchia realtà?
Mi reputo un “illuminato”. Un curioso che ha voglia di imparare. Per 13 anni ho avuto a che fare con i computer e adesso chissà che per i prossimi 13 anni non riesca a dedicarmi a questa nuova professione acquisendo sempre maggiori competenze.
Tornerei alla mia vecchia realtà solo per esigenze lavorative. Se non dovesse andare bene questa nuova avventura. Ma so bene che sarebbe molto difficile trovare nuove motivazioni in una realtà come quella aziendale, dove sempre più si tende ad annullare la propria individualità. Dove si diventa squali e per un premio aziendale o si fanno cose che nulla hanno a che vedere con il piacere di svolgere il proprio lavoro con dignità e serietà. Dove persino si perde l'importanza del valore del tempo. Tutti fattori importanti che ho riscoperto nella nobilissima arte del lavorare la terra.