20131007-WALLSOUND Sestomarelli square

WallSound travalica i confini della Brianza per andare a sondare quella zona che si situa tra Monza e la “metropoli”, quella terra di confine che il nome della band di questo mese ben rappresenta, ovvero Sestomarelli...

 

Sestomarelli, un nome che, come ci spiegano i cinque, prende spunto dalla fermata della metropolitana che sancisce il termine del territorio sestese e l’inizio di quello milanese. Quello che separa, appunto, la Brianza dalla grande città.

Il senso di appartenenza al territorio spicca imponente dalla testimonianza dei musicisti, i quali musicalmente si affidano, infatti, fortemente a delle sonorità folk, che non rinunciano però allo stile compositivo e all’attitudine più tipica del rock’n’roll.

Un interessante stile ibrido, non solo nella commistione dei generi musicali, ma anche in quell’atteggiamento duale di allegria e profonda riflessione veicolati rispettivamente dalle sonorità e dai testi. Il tutto condensato in un CD, primo lavoro originale dei Sestomarelli, che proprio a loro detta risulta gradevole alle orecchie di diverse età, ma che, ascoltando i testi in italiano, è più probabile venga compreso appieno da un pubblico più “maturo”.

Acciaierie e ferriere lombarde folk risulta quindi un album diretto, senza inutili fronzoli, genuino, in grado di unire momenti gradevolmente ballabili a quel saper raccontare delle storie in cui, chi più o chi meno, potrebbe riconoscersi.

Emblematica su tutte Un’Ora Lurida (preghiera del musicista), brano di apertura del disco: sfido qualunque musicista che abbia affrontato almeno una volta l’esperienza dell’esibizione dal vivo a non rivedersi in questo pezzo.

Musicisti che in 20 anni di carriera ancora non si stancano di calcare i palcoscenici che li accolgono. Chi glielo fa fare? La passione non basta: loro la definiscono una malattia.

 

IL VIDEO

 

L’INTERVISTA

Raccontateci di voi: come sono nati i Sestomarelli?
Il tutto parte dal duo, poi diventato trio, dei Los Desperados (ancora attivi, ndr) che da 20 anni suona country, folk e rock’n’roll in genere. Poi nasce la band nel 2007, con la quale all’inizio si facevano cover punk, rock e folk irlandese, il tutto riarrangiato per dare risalto anche allo strumento del violino. Intorno al 2011 ci è venuta o tornata la voglia di comporre brani originali e abbiamo iniziato a lavorare al nostro disco in uscita nel 2013.

Interessante il vostro nome, che suonerà di sicuro riconoscibile alle orecchie di chi vive a Sesto e dintorni. Come mai questa scelta?
Questo nome rispecchia quelle che sono le nostre origini nel territorio sestese, a cui siamo orgogliosamente molto legati. Sestomarelli perché tra le tre fermate della metro era quella che suonava meglio! [ridono]
Volendo guardare da un altro punto di vista, però, la fermata di Sesto Marelli rappresenta il termine dell’area urbana milanese, il confine tra Sesto San Giovanni e Milano…lì finisce la barbarie ed inizia la civiltà. [ridono]

Dal 2007 ad oggi quante esibizioni live avrete collezionato?
Parecchie: abbiamo avuto modo di suonare non solo in giro per l’Italia, ma anche all’estero, calcando dai palchi più piccoli a quelli più consistenti.

Per quanto riguarda le produzioni in studio?
Essendo partiti come esperienza di cover band Acciaierie e ferriere lombarde folk è la nostra prima produzione di pezzi originali come Sestomarelli.

Parliamo un po’ di questo disco.
Si tratta di una totale auto produzione in cui ognuno di noi ha messo qualcosa, dalla registrazione, all’editing, alla grafica, al video, il tutto finanziato dai proventi dei concerti risparmiati in una cassa comune.  Un anno e mezzo di lavoro per un prodotto di cui siamo altamente orgogliosi, poiché abbiamo speso molto tempo nel quale abbiamo anche imparato delle procedure che, nel caso dovessimo autoprodurre anche un secondo disco, andranno di sicuro maggiormente in automatico rispetto a questa nostra prima esperienza.

 

20131007-WALLSOUND Sestomarelli band

 

Vorrei sondare con voi quali sono i generi musicali che ispirano la band e che hanno ispirato anche il vostro disco.
Le estrazioni musicali sono tra le più svariate, sicuramente siamo tutti fan dell’hard rock, come quello degli Ac/Dc, ma c’è anche chi è appassionato di musica più pesante come lo stoner. Mariela [la violinista, ndr] è un caso più particolare, provenendo dalla musica classica ed essendo entrata a far parte della band grazie all’incontro con Alex.
Per quanto riguarda il gruppo sicuramente il folk rientra nelle nostre ispirazioni, ma riteniamo ci sia dentro anche molto rock e anche qualche venatura punk.

Come percepite la situazione riguardante la possibilità di esibirsi dal vivo nel panorama odierno? Quali soluzioni di miglioramento potreste individuare?
Guarda, molti di noi sono sulle scene da circa 20 anni e se dovessimo paragonare la situazione di oggi a quella degli anni ’90 di sicuro percepiamo un peggioramento: numero di locali diminuito, diminuzione di curiosità da parte dei frequentatori dei locali e di conseguenza minore movimento.
La primissima soluzione che potremmo individuare è di sicuro lo snellimento delle procedure burocratiche che stanno dietro a un’esibizione live, con un successivo abbattimento dei costi per i gestori dei locali, che vorrebbe dire anche costi minori per i frequentatori dei locali stessi e un probabile margine di guadagno sia per i gestori che per i gruppi che si esibiscono.

Ritenete che sia una condizione prettamente italiana?
Probabilmente in pub a Salisburgo le band non se la passano meglio di noi! [ridono]
Ci è capitato spesso di andare all’estero, non solo per suonare, ma anche per motivi personali e la differenza si nota soprattutto a livello di approccio con l’esibizione live, che in Italia sono limitate da leggi molto severe.
Frequentando i pub di Dublino, per fare un esempio, si possono vedere band che fanno delle pause durante le proprie esibizioni live apposta per passare tra i tavoli a raccogliere i soldi direttamente tra la gente, che tra l’altro si dimostra ben disposta a “pagare” il gruppo. Una soluzione semplicissima che consente tra l’altro al gestore del locale di sgravarsi di un costo e al gruppo di recuperare comunque il proprio cachet. Questo è un esempio lampante di qualcosa che in Italia non è possibile fare, anche dovuto alla forte presenza della Siae.

Tornando al vostro disco, mi ha colpito molto la frase “innamorato come un bambino” proposta nel brano Il Signor Rossi, perciò vi chiedo: com’è essere innamorato come un bambino?
Al momento in cui è stato scritto questo testo l’idea non era molto definita, ma si è chiarita con il passare degli anni. Il concetto è lo stesso proposto dalla filosofia del Fanciullino di Pascoli, ovvero avere quella capacità di osservare il mondo che ci circonda con occhi costantemente stupefatti, come se lo si guardasse per la prima volta.
Ecco, essere innamorati come un bambino vuol dire proprio questo:  essere innamorati a 360 gradi.

A chi suggerireste di ascoltarvi?
Beh, ma a tutti, no? [ridono]
Seriamente, se prendiamo in considerazione i testi possiamo pensare che vengano apprezzati maggiormente da un pubblico più adulto, piuttosto che da ragazzini di 15/16 anni, ma sostanzialmente crediamo di suonare un genere musicale divertente e che quindi possa soddisfare le orecchie di una grande fetta di ascoltatori, senza incappare in enormi distinzioni di genere.

Componenti: Roberto Carminati (voce, chitarra), Alex Aliprandi (chitarra elettrica, mandolino, cori), Mariela Valota (violino), Alessandro Muscillo (basso), Christian Aliprandi (batteria)
Città: Sesto San Giovanni
Genere: giga'n'roll
Facebook: www.facebook.com/pages/Sestomarelli/170638639660288