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Dopo undici anni la nostra rivista evolve e abbandona la vocazione locale: allarga gli orizzonti e allunga lo sguardo. Restando alternativa, indipendente, non profit. 

Care lettrici, cari lettori

non è abitudine di Vorrei usare il sito e la newsletter per raccontare quello che accade in redazione. Come sapete usiamo sempre con parsimonia questi strumenti e solo per informarvi delle nuove uscite o degli appuntamenti in arrivo. È la nostra dimostrazione di rispetto per chi, come voi, ha espressamente voluto visitare il sito o ha voluto iscriversi e non è stato inserito di straforo in una mailing list.

Non è nostra abitudine e non lo diventerà, ma questa è una occasione speciale per la rivista. A quasi undici anni dalla nascita di Vorrei, il suo direttore e la sua redazione hanno deciso di andare incontro ad una evoluzione che nei fatti era già in corso da tempo.

Quella che era nata come rivista di cultura, ambiente e politica con un forte radicamento territoriale a Monza e in Brianza, da tempo conta su un nucleo di collaboratori che in gran parte con Monza e la Brianza hanno poco a che fare, disseminati come sono per l’Italia.

È nella natura di Vorrei, nel suo essere squadra di appassionati volontari e militanti, vedere mutare la sua formazione, lo schieramento in campo. I ventenni che nei primi tempi erano forza motrice oggi sono alle prese con le loro nuove famiglie, con le professioni intraprese e han dovuto e voluto a queste dedicarsi. Altri hanno fatto il salto nel giornalismo professionale a tempo pieno. Altri ancora hanno naturalmente esaurito la spinta militante, quella dell’impegno politico, culturale e civile che è la sostanza stessa di Vorrei.

Così la squadra è cambiata negli anni, aprendo sempre a nuovi arrivi e salutando i partenti. A noi del nucleo “storico” è toccato il compito di tenere la direzione lungo il solco tracciato nell’inverno del 2007, quando ci mettemmo intorno a un tavolo e insieme individuammo il grande assente nell’informazione di Monza e della Brianza: l’approfondimento. Il ragionamento oltre la cronaca. Ci abbiamo provato, abbiamo faticosamente dimostrato che fare informazione non è solo sfornare notizie che si bruciano nel giro di qualche ora. Abbiamo provato a dare spunti e strumenti per approfondire il ragionamento su questioni piccole e grandi del territorio. Abbiamo testimoniato e alimentato i fermenti che in questi anni abbiamo visto nascere, crescere e spesso spegnersi. Abbiamo segnalato storture, mancanze e abbiamo dato spazio alle voci, dentro e fuori dal coro, che Monza e la Brianza hanno saputo esprimere. Lo dimostra il nostro archivio, i tantissimi articoli, i dossier, i reportage, le centinaia di interviste.

Che ne è oggi di quell’assenza? Oggi che le testate locali superano ormai la decina? A nostro parere — e non considerando quel poco o tanto che abbiamo fatto noi di Vorrei — quell’assenza c’è ancora tutta. Non colmata dalle nuove testate, tutte o quasi dietro alla cronaca e alla comunicazione commerciale, e non è colmata dai social network. Un mondo, quest’ultimo, che spesso replica il vecchio metodo dei bar, dove si faceva a gara a spararla più grossa, preda chi più chi meno dei fumi dell’alcol. Solo che un tempo, chiusa la saracinesca, le fesserie restavano chiuse dentro al bar. Oggi circolano di post in post, di condivisione in condivisione in un trionfo di superficialità in cui pochissimi vanno oltre il titolo.

Noi abbiamo dimostrato che un'altra informazione è possibile. Certo con i limiti ovvi ed evidenti di una micro realtà come la nostra; questo non è il nostro lavoro, siamo tutti alle prese con altre professioni e con altri impegni. Limiti che però, per molti versi, sono anche la nostra forza: siamo indipendenti perché non dobbiamo rincorrere le vendite a tutti i costi, non dobbiamo dar conto ad un editore con interessi più o meno trasparenti o a inserzionisti pretenziosi.

Alternativa, indipendente, non profit. Così è sempre stata Vorrei, negli undici anni in cui si è concentrata soprattutto su Monza e sulla Brianza e questo sarà Vorrei anche da ora in poi che di Monza e della Brianza si occuperà solo quando sentirà la necessità di farlo.

È questa l’occasione speciale: Vorrei non è più una rivista a vocazione locale.

Glocal lo siamo sempre stati, ora alla parte local diciamo ciao, addio o arrivederci, chi lo sa. Sappiamo di aver voglia di allargare gli orizzonti e di allungare lo sguardo.

In questi anni abbiamo raccolto l’attenzione che ci aspettavamo? Siamo stati rilevanti? Abbiamo inciso? Abbiamo fatto i nostri bilanci e abbiamo le nostre idee a riguardo, ma magari ne riparliamo in un’altra occasione.

Stavolta volevamo dirvi soprattutto che Vorrei evolve, in maniera serena e naturale. Con nuove collaborazioni, con alcune modifiche al sito e con nuove preziose e prestigiose partnership. Abbiamo già annunciato quelle con Ubiminor, con Uzak, con Link e con Squilibri, altre ne arriveranno; arricchiranno le nostre pagine di contenuti e voci su argomenti come l’adolescenza, la formazione e l’istruzione, il cinema, le arti visive, i giovani che girano per il mondo scambiando cultura e conoscenza, le musiche da scoprire, riscoprire e tanto altro.

Con la buona curiosità di sempre ed evitando la banalità. Non siamo mai stati mainstream, siamo innegabilmente alternativi. Orgogliosamente alternativi.
Seguiteci, leggeteci e fateci sapere cosa ne pensate, se vi va.

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.