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Alcuni dei miei amici, che approfittando della momentanea sospensione dell'attività politica, ho avuto il piacere di rivedere, mi hanno chiesto, tra un cinema e l'altro, delucidazionie chiarimenti in merito ad alcune notizie apparse negli ultimi mesi sulla stampa locale, che denunciavano l'esistenza di contrasti tra me e la maggioranza che amministra il Comune di Giussano, e di cui da ben nove anni faccio parte. Poichè ritengo che il primo compito di un pubblico amministratore sia proprio quello di rendere conto del suo operato al suo elettorato, ho pensato, cari amici, di dedicare a voi questo post - prevacanziero, l' ultimo prima di concedermi qualche giorno di relax. Mi piacerebbe, infatti, tentare di spiegarvi, se ne sarò capace e soprattutto se avrete la voglia e la pazienza di leggermi, la mia versione dei fatti (e chissà che non possiate in questo modo anche aiutarmi a mettere a tacere qualcuna delle strane voci – che stando alle indiscrezioni dei ben informati – sembra stiano iniziando a circolare.)

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Tutti noi sappiamo, per esperienza più o meno diretta, che quando si costruiscono dei nuovi edifici – per garantire una certa “vivibilità” al contesto nel quale sorgono ed una crescita armoniosa della città - occorre dotare le nuove abitazioni di un sufficiente numero di parcheggi: dove lasciare l’automobile quando si è di fretta e non la si vuole parcheggiare nel box, per l’amico che ci viene a trovare, per la seconda auto di famiglia, per evitare, insomma, il pietoso nonchè pericoloso spettacolo delle macchine parcheggiate, magari in doppia fila, ai bordi delle strade. Chi lottizza un’area deve poi farsi carico della realizzazione di marciapiedi, di piste ciclabili; deve riservare un po’ di spazio a qualche piccola aiuola, a qualche pianta, giusto per rendere un po’ più piacevole ed appetibile ai possibili acquirenti il comparto che sta sorgendo, ed evitare di fare - come si dice in gergo - una “mera colata di cemento”. Voi comprereste mai una casa senza parcheggi esterni e senza neppure uno straccio di marciapiede, un’aiuola di fiori o uno striminzito alberello fuori dal cancello? Sappiamo, anche, che una volta terminate, le unità immobiliari saranno destinate ad ospitare nuove famiglie, con dei bambini che frequenteranno un asilo o una scuola; che avranno bisogno di spazi ricreativi, magari di un parco in cui giocare. Nuclei familiari, più o meno numerosi, che si aspetteranno e pretenderanno (come è giusto che sia) di ricevere dalla città determinati servizi (aree verdi, complessi per l’istruzione, mercati, presidi per la sicurezza pubblica, chiese ed edifici religiosi, impianti sportivi, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie, cimiteri). Perché diciamocelo pure, nessuno di noi vuole vivere in un ambiente caotico, sgradevole, morto, senza servizi e senza verde. Per far fronte a queste esigenze, per assicurare un corretto inserimento urbanistico del nuovo complesso residenziale ed un ordinato sviluppo della città, la legge pone a carico di chi costruisce un duplice obbligo. Da un lato, impone ai proprietari dei lotti interessati dalla trasformazione (c.d. lottizzanti) di individuare delle aree sulle quali realizzare parcheggi, spazi di sosta, marciapiedi – che dovranno essere cedute all'Amministrazione comunale - e, dall’altro, li obbliga a dare al Comune, che autorizza l’intervento, una certa “quantità” di aree proporzionale al volume assentito, cioè al potenziale numero degli abitanti insediabili - affinchè in futuro, l’Amministrazione vi possa realizzare scuole, asili, parchi, ovvero tutte quelle infrastrutture da mettere a servizio di quanti si trasferiranno nelle nuove abitazioni. Il primo gruppo di opere citate (parcheggi, strade) sono tecnicamente definite "opere di urbanizzazione primaria”, perché garantiscono le condizioni minime di fruibilità ed assicurano i servizi indispensabili alla civile convivenza nei singoli comparti edificati, al cui servizio sono in parte poste; le altre “secondarie ovvero attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale” (dette anche standard urbanistici), perché destinate a soddisfare i bisogni dell’intera collettività, o di una sua ampia parte (per l’indicazione precisa delle norme v. qui punti 3 e 4 ). Come ha evidenziato la stampa locale da qualche tempo, con il mio capogruppo (ed altri amici, protagonisti o semplici affezionati alla politica locale .... ) "sull'urbanistica" viaggiamo "su binari separati” dal resto dei Consiglieri di maggioranza che siedono nell'assemblea cittadina, perchè - diciamola così, giusto per semplificare il concetto - non riusciamo a metterci d'accordo su quale sia la “quantità e, direi , la "tipologia” corretta di aree che la legge impone ai lottizzanti di cedere al Comune al fine di realizzarvi i due tipi di opere sopra indicate ( cioè, le aree per le opere di urbanizzazione primaria e quelle destinate alle attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale). I nostri "binari" hanno iniziato a prendere direzioni opposte, quando alcuni piani attuativi sono stati sottoposti (a partire dal mese di settembre del 2007, qualche settimana dopo le dimissioni dell’Assessore alla partita) al vaglio del Consiglio Comunale. Si tratta, nella fattispecie, di tre interventi che prevedono la realizzazione complessiva di circa 29.600 mc. Per capirci, stiamo parlando, grosso modo di un centinaio di appartamenti (in particolare : 15.500 mc nel P.A. 15 (v. qui per l’atto di adozione) 5.000 mc nel P.A. 9 qui la delibera di approvazione con gli interventi dei consiglieri comunali e 9.100 mc nel P.A. 3/2 la cui delibera è in corso di predisposizione.). I lottizzanti dei tre piani cedono, complessivamente, al Comune circa 7.844 mq, superficie che in effetti corrisponde a quella richiesta dalla legge per i c.d. standard urbanistici, cioè - per le famose attrezzature pubbliche sopra richiamate (secondo l'astruso calcolo .... 29.600 /100 (mc./abitante) = n. 296 abitanti mq. 26,50 mq./abitante x n. 296 ab. = mq. 7844). Peccato che dalle tavole progettuali degli interventi in questione, emerge che circa 5.000 (di quei 7.844 mq che i privati sono tenuti a cedere come “standard” cioè come servizi, come spazi pubblici) sono destinati esclusivamente alla realizzazione di parcheggi, di piste ciclabili , di marciapiedi. Di opere, per l'amor del cielo dovute e necessarie, ma funzionali solo agli edifici che lì sorgeranno. In sostanza i lottizzanti nelle aree che cedono gratuitamente al Comune si limitano a realizzare quelle opere di urbanizzazione primaria, indispensabili alla migliore vivibilità il proprio insediamento. Ma allora, (mi sono/ci siamo chiesti), stando così le cose, le opere per la collettività dove le realizzo? In che "aree" costruisco il parco, la scuola, gli asili per le cento nuove famiglie che si trasferiranno nel comune? Dove il Comune potrà allocare le attrezzature e gli spazi dedicati alle esigenze della vita pubblica, sociale, collettiva di tutti; delle cittadine e dei cittadini; degli adulti e dei bambini, degli anziani? Insomma, ho votato contro l’approvazione di quei piani perché a mio avviso (e non solo mio, è chiaro che prima di arrivare ad assumere una decisione tanto grave ho sottoposto la questione a persone molto più brave e competenti di me …) i cittadini giussanesi “ ci smenano” quasi 5.000 mq (grosso modo un’area pari ad un intero campo da calcio più uno da calcetto). 5.000 mq sui quali, ad esempio, si sarebbe potuto realizzare un piccolo parco attrezzato, con qualche panchina e dei giochi per bambini; oppure che il Comune avrebbe, in futuro, potuto scambiare con altre aree di maggiore interesse, oppure utilizzabili per insediarvi delle “case popolari”, oppure, oppure, oppure... Ecco, in estrema sintesi (e con le necessarie semplificazioni, che possono aver dato luogo a delle piccole imprecisioni terminologiche), la storia. Certo, sarebbero ancora molte le cose da raccontare, occorrerebbe, ad esempio, per onestà intellettuale, citare il parere legale acquisito dall’amministrazione comunale (che sponsorizza la tesi opposta alla mia) o parlare della mozione approvata lo scorso gennaio dal Consiglio comunale (qui il testo), o ricordare la polemica esplosa tra me e l’ex assessore all'Urbanistica, a cui ampio risalto ha dato la stampa locale … Ma considerata l’ora tarda e le valigie ancora da preparare è meglio rimandare le ulteriori puntate alle prossime settimane!


Dal blog di Emanuela Beacco

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