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Quinta parte delle interviste sugli errori, i partiti, i valori, da chi e cosa ripartire dopo la catastrofe di marzo. Rispondono Paolo Agrati, Fulvio Fontana, Rosario Montalbano e Paolo Morando

Alle elezioni dello scorso marzo la Sinistra italiana, in tutte le sue sfumature, ha toccato il fondo. Una sconfitta su tutti i fronti e a tutti i livelli (locale e nazionale) per un numero di voti mai così basso. Era un risultato prevedibile? Era inevitabile? Ma, soprattutto, conseguenza di cosa, di quali errori? E cosa fare ora? Rassegnarsi all'estinzione, all'irrilevanza, ricominciare dalle elementari?

Da questi interrogativi è nata la necessità di raccogliere le idee, le riflessioni di chi è impegnato in prima persona (amministratori e uomini di partito) ma soprattutto di chi la politica la vive da semplice cittadino. Così ho pensato di rivolgere 5 domande per la Sinistra a persone note e non, su quello che sta succedendo a Monza o in Lombardia o in Italia. Persone interpellate non in rappresentanza di, ma come singoli punti di vista singolari. A partire da oggi e a più riprese su Vorrei troverete le risposte. Ad accompagnarle saranno in apertura una vignetta di alcuni dei più importanti autori satirici italiani e poi uno dei manifesti o delle foto delle lotte storiche della Sinistra, perché — la butto lì — c'è anche una questione di linguaggio e di immagini/immaginario dietro questa catastrofe.

I quattro intervistati di oggi sono Paolo Agrati, poeta e performer, Fulvio Fontana, ingegnere e vignettista (sue le operine che trovate a fondo pagina), Rosario Montalbano, insegnante ed ex assessore a Monza, e Paolo Morando, giornalista e autore di volumi come '80, l'inizio della barbarie.

Nei prossimi giorni, a cadenza irregolare, seguiranno tanti altri. Le domande per tutti sono queste cinque:

  1. Cos'è successo a Monza, in Lombardia e in Italia. La Sinistra ha perso su tutti i fronti. Quali sono gli errori più grossi commessi?
  2. Perché così tanti partiti e così pochi voti a sinistra?
  3. Davvero Destra e Sinistra sono concetti sorpassati?
  4. Quali sono i cinque valori per cui la Sinistra dovrebbe battersi oggi.
  5. Da cosa e da chi ripartire?

 

Paolo Agrati, poeta

1 - La risposta è più banale di quello che sembra; l’offerta della sinistra non risponde più alla domanda di chi vota. Certo è anche vero che la domanda di chi vota non è sempre una domanda di sinistra.

2 - Questi non sono tempi affini alle idee della sinistra. Sono tempi in cui è più facile propendere per posizioni di difesa, di rigore e di chiusura. Tempi in cui ci si aggrappa alle proprie certezze e ai propri timori, dove si scelge la strada della conservazione.

3 - Dovrebbero ma non credo lo siano, soprattutto la destra che mi sembra viva piu che mai. Quella estrema, che esprime dei pensieri che non ritengo abbiano neanche le qualità per essere chiamati idee, dovrebbe essere sepolta dall’evidenza storica della sua bruttura, ma così non è.

4 - Sono quelli di sempre, il problema è chi li ha abbandonati. La sinistra del Pd è una nuova democrazia cristiana ma fatta male. Per fare bene una cosa brutta come la democrazia cristiana poi, ci vorrebbero politici tipo Cossiga o Andreotti, che per fortuna non sono più nel mondo della politica.

Io partirei dall’abbandono del profitto come solo obiettivo. Dal superamento della follia capitalista, del danaro, della tirannia del mercato.

5 - È una domanda davvero difficile, io partirei dall’abbandono del profitto come solo obiettivo. Dal superamento della follia capitalista, del danaro, della tirannia del mercato. Ma io sono un poeta e posso permettermi sia di sognare che di farneticare cose che non sembrano possibili.

 

Fulvio Fontana, vignettista

1 - Divisione e incapacità di parlare lo stesso linguaggio della gente comune.

2 - Proprio perchè ci sono tanti partiti a sinistra, sinistra-centro, centro-sinistra e pseudo sinistra populista. 

3 - No, la destra è ben rappresentata, la sinistra però  si è spalmata su una vastissima area dalle proposte vetero comuniste ad un liberismo concorrenziale.

4 - Il sostegno ai più deboli, l'equità, il primato dell'istruzione, un lavoro degno di tale nome, la pace.

5 - Dai giovani, dal loro coinvolgimento nelle scelte politiche ed economiche, non solo protesta ma proposte che poi devono essere portate avanti. Se si perdono i giovani si perde il futuro.

 

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Foto tratta da contropiano.org

 

Rosario Montalbano, insegnante

1 - Una seria analisi di quanto è accaduto (e sta ancora accadendo) non può prescindere dal riferimento alla situazione presente a livello sovranazionale: ovunque nel mondo occidentale si é fatta strada una tendenza esasperata alla semplificazione più spinta, complice il decadimento culturale, l'abitudine a esprimersi per slogan, frasi fatte, senza alcun interesse per l'approfondimento critico per ogni problema o difficoltà. Se a questo si aggiunge il fatto che nel nostro paese si registra la presenza di un analfabetismo funzionale da primato, si può meglio comprendere come la fortuna elettorale arrida sempre più a quelle forze che agiscono e fanno leva sulle paure, sulle demagogie, sulle approssimazioni. Certo, tutto ciò va poi compreso ancora meglio facendo luce su errori dei singoli o di gruppo che si sono verificati a livello locale e nazionale. E qui l'elenco diventerebbe troppo lungo!

2 - La tendenza alla frammentazione a sinistra è male atavico e non escludo che abbia un suo preciso ruolo la tendenza, diametralmente opposta a quella semplificazione di cui sopra, a spaccare sempre il capello in sedici (anche quattro sembra troppo poco a molti di noi). Una spasmodica ricerca di sempre nuovi profili, sfumature, distinguo che oggi affaticano anche mentalmente e sul piano della comunicazione il rapporto con l'elettorato. Insomma, per dirla in modo semplice, una diffusa incapacità a parlare con tutti di problemi di tutti con il linguaggio di tutti.

Una diffusa incapacità a parlare con tutti di problemi di tutti con il linguaggio di tutti.

3 - Non credo affatto. Ci sono profonde differenze, sempre attuali. Sono convinto che ancora oggi destra e sinistra siano facilmente riconoscibili se si fa riferimento ai loro valori fondanti di cui, magari senza accorgerci, parliamo quotidianamente. Mi riferisco ai concetti di esclusione ed inclusione che caratterizzano anche l'azione amministrativa e politica, se abbiamo l'accortezza di utilizzarle come cartine di tornasole per giudicare questa o quella amministrazione, questa o quella misura legislativa.

4 - Inclusione, educazione, lavoro, rispetto di sè e dell'altro, libertà il più ampiamente intesa.

5 - Da questi valori e da chi meglio li incarna, per la propria storia, per le abilità personali, per passione, per conoscenza e per autorevolezza.

 

Paolo Morando, giornalista

1 - La sovraesposizione di Renzi, le divisioni (cercate, promosse, non evitate), l'inefficacia della comunicazione sull'immigrazione, l'inefficacia delle politiche sul lavoro.

2 - Per la patologica ossessione della rappresentatività, di cui la Sinistra farebbe bene a liberarsi.

3 - No, a patto che la seconda abbia davvero come primo obiettivo l'eguaglianza delle opportunità.

4 - Eguaglianza delle opportunità di partenza, redistribuzione del reddito, pieni diritti civili, laicità, semplificazione dell'assetto istituzionale.

5 - Dall'opposizione ma formulando proposte concrete e verificandone la praticabilità in Parlamento, sul "da chi" non mi pronuncio.

 

 

In apertura Sergio Staino, tratta da L'Espresso.

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5 domande

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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