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8. Il Rondò Dei Pini e la Variante Generale del 2002

 

Nel dicembre del 1997 l’amministrazione comunale passa ad altra maggioranza, con sindaco Roberto Colombo di Forza Italia che, da subito, mette mano al PRG appena adottato e pubblicato per le osservazioni (Piano Benevolo), ma anche alla rilocalizzazione del Tribunale, la cui sede era stata individuata in precedenza sulle aree delle ex Fossati & Lamperti, una fabbrica dismessa acquistata dal Comune, posta a sud della stazione centrale FS, all’inizio del quartiere di San Rocco.Le motivazioni di quell’operazione di traslazione non furono ben chiare all’inizio della vicenda, ma si esplicitarono nel tempo e portarono a notevoli problemi di tipo politico, anche nella maggioranza di governo cittadino.

Come detto sopra, la variante Benevolo adottata nel marzo del ‘97 recepiva lo spostamento del Tribunale dal centro città, ma la scelta di Colombo e della sua maggioranza fu quella di spostare il progetto facendolo planare sulle aree dell’ex caserma IV Novembre, nei pressi del Rondò Dei Pini e tutto ciò attraverso un complicato Accordo di Programma promosso dalla Regione, su richiesta del Comune

 

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Accordo di programma al Rondò Dei Pini


Questa promozione provocò il pronto affacciarsi nell’operazione di un operatore privato che propose di realizzare, accanto alla nuova sede Tribunale, un “centro servizi polifunzionale pubblico e privato” che in realtà, altro non era che un ipermercato, il quale affondava le sue radici, almeno per quanto riguarda gli aspetti commerciali, in una vicenda iniziata nei primi anni ‘70, rimpinguando poi quell’insediamento con altri di natura terziario ricettiva, tutti posti come contorno. Il tutto in cambio della realizzazione, a carico del privato, di circa 40 miliardi di opere pubbliche e la trasformazione delle proprie aree, previste a verde sin dal ‘93 col Parco di cintura urbana e poi dal PRG Benevolo del ‘97, in edificabili.

 

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Foto del plastico iniziale


Sta di fatto che dopo alterne vicende e non pochi scossoni nella maggioranza che portarono all’uscita di un’assessore dalla stessa maggioranza (dott. Mosca), quell’A.d.P. venne approvato dalla Regione, alla fine del 2001. Ma nel maggio del 2002, a pochi giorni dalla scadenza del mandato amministrativo, a sorpresa, il progetto presentato dal privato per realizzare quegli insediamenti, viene bocciato dalla

Commissione Edilizia.In realtà, sin dal novembre del 1999, era nato in città un movimento, “Insieme per Monza - Monza per vivere”, guidato dallo stesso Mosca, che vedeva uno schieramento di tipo trasversale, che si opponeva sia a quell’insediamento al Rondò Dei Pini, sia alla modifica del PRG Benevolo, in particolare sulle aree verdi e agricole poste intorno alla città, difendendo l’idea del parco di cintura urbana (si veda la precedente puntata n.7).Era la cosiddetta “quarta variante” che, modificando le previsioni del piano del 1997, con la motivazione di voler concedere volumetrie a fini “perequativi”, spalmava più di 1.400.000 metri cubi per realizzare residenze nel parco di cintura urbana.Quattro erano i “comparti” individuati: il primo riguardava quel che rimaneva delle aree verdi tra il Rondò Dei Pini e i confini con Muggiò; il secondo, riguardava le aree della Cascinazza, un vasto compendio agricolo caratterizzato da un’antica cascina agricola, di proprietà di Paolo Berlusconi, interessato da vincoli posti dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) del 2001, in quanto zona soggetta alle cicliche esondazioni del Lambro; il terzo comparto riguardava alcune cave ed ex discariche poste vicino al cimitero urbano ed il quarto interessava aree libere poste nei pressi dello stadio Brianteo e lungo il viale delle Industrie, ad est.

 

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Cascinazza

 

L'opposizione condotta in Consiglio comunale e in città, sia contro la prima operazione che la seconda, non riuscì comunque a fermare questa nuova variante generale al PRG, la quale venne adottata nel marzo del 2002. Ma fu una vittoria breve. La maggioranza di allora si era ormai incrinata e la città aveva reagito, tanto che nel giugno del 2002, con le nuove elezioni, vinse per la prima volta a Monza una maggioranza di centro sinistra, con l’appoggio esplicito della lista civica “Insieme per Monza” che, pur guidata da un esponente di centro destra ( Mosca), chiese agli elettori di votare il candidato del centro sinistra o di astenersi dal voto, al ballottaggio.

Così il 10 giugno salì a Palazzo il nuovo sindaco, Michele Faglia, un professionista già noto alla cronaca cittadina per una denuncia pubblica fatta nei primi anni ‘90 contro la corruzione in Comune, che aveva dato avvio alle inchieste di “mani pulite “ anche a Monza.Ma anche questo non porrà fine agli appetiti immobiliari di alcuni nostalgici del vecchio PRG Piccinato, con l’entrata a gamba tesa nel campo cittadino della stessa Regione Lombardia, con alcune leggine.

 

 

Le altre puntate:

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 1

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 2

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 3

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 4

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 5

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 6

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 7

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Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 9

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 10

Breve storia degli strumenti urbanistici a Monza - 11

 

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.