Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti. Per proseguire devi accettare la nostra policy cliccando su “Sì, accetto”.
La delusione e la tristezza per il ritiro di Bernie Sanders si mescolano all'indignazione per come il Moloch onnivoro del potere, negli anni 60 rappresentato dai "Masters of War" di Bob Dylan, ha agito per neutralizzare la Rivoluzione Politica sandersiana per la seconda volta consecutiva. Ma la lotta non si fermerà perché, a dispetto di tutto, The Times They Are a-Changin'.
Fahrenheit 11/9 racconta "come diavolo è successo" a Trump di diventare presidente, mette l'establishment democratico di fronte alle sue colpe ed esorta ad un'immediata azione per evitare il bis nel 2020. La visione in un cinema di Manhattan una settimana dopo le primarie vinte da Cuomo aiuta a riflettere sulle contraddizioni dell'elettorato democratico.
Mentre Alexandria Ocasio Cortez faceva il suo debutto nazionale nel Kansas con Bernie Sanders per sostenere i progressisti in corsa nelle primarie del 7 agosto, in Ohio 250 “corporate democrats” invitati ad un meeting a porte chiuse pianificavano come arginare la Political Revolution.
Non si esaurisce con l’elezione del nuovo presidente la carica dell’ultimo film di Michael Moore, girato durante il suo one-man-show teatrale in una cittadina dell’Ohio dove alle primarie i Trumpiani hanno battuto i Clintoniani 4 a 1. Divertimento, profondità, commozione e speranza.
Il dibattito Clinton-Trump di Saint Louis, media mainstream e reti indipendenti, le contraddizioni di Bernie Sanders, l’indecisione dei suoi sostenitori tra la demexit e il go green da una parte e il lesser evil dall’altra. Il documentario The best democracy money can buydiGreg Palast e l’intervista alle scrittrici progressiste Dianne Feeley e Nancy Holmstrom.
Abilita il javascript per inviare questo modulo