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- Di Adamo Calabrese

Lei scopava l’aula, lui accendeva la stufa, lei dava una pulita ai vetri delle finestre, lui andava avanti e indietro ripassando a memoria ciò che avrebbe letto durante la conferenza serale.
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Nevicava… Nevicava nel silenzio assoluto come se fossimo tutti morti dal tempo dei faraoni.
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Il Maestro si risveglia spaventato: quanto ha dormito? E’ tardi, deve correre a scuola, oggi parlerà della morte di Socrate.
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Una sera, stanco come il mondo, arrivo in una bicocca con l’insegna “Hotel del cavallo.” “C’è posto?” “C’è rimasta una branda in soffitta.” “Va bene” dico io “purché non vi siano topi.”
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Un figliol prodigo scrive una lettera al padre: ”Caro padre, non so più niente di te. Non so più niente della mamma …”
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Ma una notte lo zio Pitagora non riesce a dormire. Si gira e rigira nel letto finendo addosso al tepore palpitante della sua donna.
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La zia Giuseppina si tira in piedi, si rassetta la gonna, si mette una molletta nei capelli. “Parto” dice “Vado a Ninive.” Ma uscire da Troia assediata non è facile.
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La stanza è una pozza d’acqua. Noè posa Sara sul tavolo accanto alla cesta del pane. Il camino farfuglia. Noè si volta. Il camino balbetta, soffia, sospira, si lamenta.
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I genitori e il figlio si accoccolarono attorno alla stufa. La madre si fece coraggio, congiunse le mani e supplicò: “Tobia non partire. Non partire.”
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Corro alla finestra e resto esterrefatto. Il circo Krupp dilaga nella piazza. Il signor Krupp in persona schiocca la frusta e si rivolge a me.
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Che male ho fatto?” “Che male hai fatto lo sai tu.” “Io non so niente e se sapevo l’ho dimenticato.” Ma il pesce inghiottiva il poveraccio e gorgogliando spariva nei gorghi.
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“Diventerò un sasso senza lacrime.” pensò. Si scosse quando il doganiere gli batté una mano sulla spalla. “Si chiude.” disse. Lui, con rassegnazione, si avviò alla fermata del tram.
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“La carrozza della Transiberiana ci ha portati al capolinea.” “Vladivostok!” aveva confermato il corvo ed era volato via.
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Quella notte Ulisse alloggia nella locanda dove i suoi genitori hanno trascorso la loro prima notte coniugale. Sul comò c’è la brocca dell’acqua e i bicchieri.
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- Di Adamo Calabrese

Quando io e mio padre torniamo mia madre con c’è più. La tela, l’ago, il filo e la forbice sono a terra. Mio padre si china a raccoglierli. Si rialza ed ha tutti i capelli bianchi. E’ diventato vecchio come Noè.
